Regia di Eran Riklis vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19: CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA
Una famiglia borghese di immigrati iraniani negli Usa, decide di tornare in patria dopo la rivoluzione di Khomeini nel 1979 che cacciò i monarchi e fece sperare in un cambiamento radicale e progressista del paese.
Nella sua qualità di insegnante di letteratura inglese, la professoressa porta con sé molti tra i libri che costituiscono la base dei propri programmi di studio, e che si identificano con la cultura e la materia che la donna ha sempre utilizzato nelle sue lezioni universitarie: romanzi come Il grande Gatsby, Lolita, Orgoglio e pregiudizio, Daisy Miller, si trasformano in altrettanti capitoli attraverso i quali il regista israeliano Eran Riklis traspone sul grande schermo l'acclamato romanzo best seller del 2003 di Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran.
Una storia che ripercorre i sogni di libertà che la coppia istruita e borghese nutre al punto da sentirsi in diritto, ma anche in dovete, di tornare in patria, fino a ricredersi anni dopo anni, trovandosi soggiogata entro limitazioni tradizionalistiche maschiliste e anti libertarie tipiche di una cultura tutt'altri che improntata sulla libertà di pensiero e di culto tra cittadini liberi nell'esercizio del proprio legittimo libero arbitrio.
Un ritorno ad un passato cupo e repressivo che si esprime esteticamente e praticamente col ritorno del capo coperto per tutte le donne, anche quelle emancipatesi dopo la caduta della monarchia assoluta.
Ecco allora che le lezioni casalinghe tra donne sempre più amiche e sempre più clandestine, si trasformano in un modo per anelare segretamente ad una nuova vera libertà di pensiero, ormai degenerata ad un livello forse ancora più estremistico ed intollerante che durante il tehno dello scià Renza Pahlavi.
Forte di un cast coeso in cui primeggia per temperamento e bellezza la star iraniana Golshifteh Farahani, il film si fa apprezzare più sui contenuti che per la sua resa formale, restando lo stile di Riklis piuttosto impersonale, sebbene lodevolmente concentrato su tematiche mai come ancor oggi ancora scottanti e in grado di condizionare equilibrio sempre più precari in una delle zone bellicosamente più calde del pianeta.
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