Normalmente cerco di non spoilerare troppo il film, perchè è giusto che chi legge, possa in futuro gustarsi il film, che a me sia piaciuto o meno. Ma Questo Under Paris non lo merita.
Parlerò a ruota libera, sbattendomene altamente degli spoiler, sappiate già ora che se continuate a leggere li troverete.
Per salvare Parigi da un bagno di sangue internazionale, una scienziata in lutto deve affrontare il suo passato quando uno squalo gigante compare nella Senna.
Questa è la trama a grandissime linee, ma c’è molto di più e di peggio.
Infatti, questo film è una plateale presa per i fondelli verso lo spettatore. Sia chiaro, sapevo già che stavo guardando una cosa orribile, ma fino a questo punto no.
L’intento è quello di sensibilizzare il pubblico sul tema della natura oramai rovinata dall’uomo, natura che attraverso gli squali si ribella. Ma questo vale per i primi tre minuti.
Dopodiché, il film viene sospeso e viene trasmesso il festival della cazzata più grande. Chi la dice o la fa più grande di tutti, potrà vincere il pene d’oro.
Non mi sbilancio nemmeno tecnicamente, perché non ha nulla di perché, ma non può esserci nulla di corretto, perché evidentemente non si era in grado non di girare un film ma nemmeno di pensarlo.
Il montaggio va a carte quarantotto ancora prima dei titoli di inizio film, i dialoghi non sono pervenuti, e la recitazione è quasi ridicola: sembra che gli attori stessero girando un altro film e non si sa per quale motivo si sono ritrovati catapultati in un altra pellicola.
Infatti, la maggioranza di loro ha la faccia del” ma che caxxo ci faccio qua?” Quelli che invece non hanno questa faccia, sono talmente stufi che sembrano addormentati.
E pensare che in questo film abbiamo Anne Mairvin (Giu al nord) e Berenice Bejo (The artist): anche loro devono pagare le bollette.
La sceneggiatura è totalmente sconclusionata e priva di logica: è vero che c’è la sospensione dell’incredulità anche nel mondo del cinema, ma qui c’è la sospensione dei cervelli.
E’ un attacco a tutto e a tutti: la voglia di fare politica con il catastrofismo (in chiave cinematografica, non politica). La voglia di incolpare tutte le generazioni: ieri, oggi e domani.
Un film che non doveva esistere, qui si va oltre il brutto. Il regista tronfio e convinto di essere il Padre Eterno e ne ha per tutti. Under Paris si prende maledettamente sul serio, e non ha motivo di farlo, di esistere, di essere definito film.
Under Paris dura molto meno di due ore ma sembra ne duri almeno 16, e il finale lascia pure la possibilità di un seguito o più seguiti.
Se questo è cinema, io sono la Regina Vittoria…..
Non ho mai visitato Parigi, ma sono certo non meriti dello sterco così abbondante. Rifatevi gli occhi con Midnight dove vedrete Parigi attraverso gli occhi di qualcuno che la ama davvero: Woody Allen
In conclusione, tifi per lo squalo e speri che possa divorare il regista (che ha pure sceneggiato questa oscenità) e pure te che hai avuto l’ardire di guardare questa roba, invece che spararti un Giovannona coscialunga, film di tutt’altro livello.
Ps: ovviamente questo è il mio personale pensiero, è soggettivo, non oggettivo. A ognuno il suo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta