Regia di Elia Kazan vedi scheda film
Uno dei film più ambiziosi di Kazan, da mettere certamente all'attivo del regista, un'epopea che ripercorre le varie fasi del cammino di Stavros, giovane greco che vive in Anatolia e decide di emigrare a New York. Dietro il racconto fittizio c'è la vera storia di uno zio di Kazan che per primo nella sua famiglia raggiunse l'America, dunque un racconto per certi versi autobiografico, molto sentito da parte dell'autore, che si può forse inquadrare nella categoria del "romanzo di formazione". È un film atipico per Kazan sia per la lunga durata, sia per l'assenza di una fonte letteraria "alta" e per la struttura episodica lontana dall'impianto teatrale di altri film. Anche gli attori sono quasi tutti sconosciuti, a partire dal protagonista Stathis Giallelis, qui decisamente convincente, ma che in seguito avrà una carriera deludente, al di sotto delle aspettative suscitate da questo film (ebbe un ruolo da protagonista nella serie televisiva italiana "Panagoulis vive" diretta da Giuseppe Ferrara nel 1980). Il film nel complesso si rivela un affresco coinvolgente, con episodi che spaziano dal dramma a tonalità epiche e liriche, ma, come è stato osservato da varie fonti critiche, non è privo di lungaggini e alcune parti che non risultano del tutto giustificate nell'economia dell'opera. Bello, ma un gradino al di sotto di "Un tram che si chiama desiderio" e "Splendore nell'erba", che al momento sono i miei preferiti nella sua opera.
Voto 8/10
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