Regia di Roger Allers, Rob Minkoff vedi scheda film
Credo che tutti nella loro vita abbiano visto almeno una volta "Il Re Leone", trentaduesimo classico Disney. Ammetto di essere a conoscenza del fatto che questo classico sia sopravvalutato, per un motivo che non ci viene realmente specificato: spesso e volentieri si parla di nostalgia, altre volte delle varie canzoni incluse, ma altri ancora per le tematiche e i messaggi che il film stesso vuole mandare, tramite i ruoli dei personaggi. A me da fastidio il fatto che l'animazione Disney sia sopravvalutata, perché potrebbe essere anche la migliore del mondo (anche se per vari aspetti soggettivi, la reputo discreta), ma il suo fandom é costituito, in parte, da gente che la osanna per l'infanzia passata con essa. Non sminuisco, comunque il fatto che la Disney abbia ricostruito e/o espanso l'universo dell'animazione, genere cinematografico che mi sta a cuore. La storia del leone Simba, il figlio del Re Mufasa, é una storia assai risaputa: il suo essere ingenuo lo porta a nuove strade, per via della morte del padre provocata dal piano di zio Scar, vendicativo nei confronti del fratello e invidioso del suo regno. Proprio durante il suo viaggio al di fuori del regno, Simba trova Timon e Pumba, un suricato e un facocero che lo cresceranno per anni, fino a che.. non spoilero più.
Inutile dire che ci troviamo davanti ad una storia profonda, che ha i suoi lati involontariamente comici e non. Questo film va rivisto più volte per un semplice motivo solo: da grandi, vari messaggi presenti nel film lo possiamo capire grazie alla nostra crescita, alle nostre esperienze che ovviamente abbiamo vissuto, o abbiamo potuto conoscere tramite qualche testimonianza. La depressione non é un qualcosa da sottovalutare, specie se viene illustrata in un film dove gli animali sono da protagonisti: la sofferenza della perdita di un padre accade a molti, e forse se rappresentata in cartone animato, che per gli adulti significa "innocenza", potrebbe rispecchiare la stessa sensazione, gli stessi timori, a seconda del modo di vedere, diverso, delle persone che stanno guardando la scena. La figura di Mufasa é da stimare: un vero e proprio leone che ha la massima autorità per essere chiamato padre. Un re, appunto leone che, nonostante tutti gli impegni, ha comunque tempo da riservare per il figlio, speranzoso ben presto di ottenere il suo posto, partendo da aspettative piuttosto alte come quelle di possedere un intero regno e, automaticamente di cacciare qualsiasi iena voglia.
Oscuro nell'animo, ma soave nel suo modo di interpretare le immagini.
8½.
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