Regia di Bob Rafelson vedi scheda film
Nicholson si volta, guarda in macchina e spiega allo spettatore perché non mangia mai il pesce; solo pochi minuti dopo, capiamo che ha raccontato un mucchio di balle: basterebbe l’inizio per amare questo film. Seguono, nell’ordine: un’altra impossibile riunificazione familiare nel solco del precedente Cinque pezzi facili, un’improbabile speculazione immobiliare che comincia nella decadente Atlantic City e dovrebbe finire in un’isola tropicale, l’intervento di un’ancora più improbabile gang formata da neri, un’improvvisa svolta tragica e il ritorno allo squallore quotidiano da cui si era partiti. Fra i momenti gratuiti al limite dell’assurdo va ricordata l’esibizione di Julia Anne Robinson in un teatro vuoto. Un film clamorosamente squinternato, ma che ti coinvolge come l’esuberante cialtroneria di Bruce Dern riesce a coinvolgere il fratello nei suoi loschi traffici; uno di quei film di cui si dice “prendere o lasciare”: io prendo, senza il minimo dubbio.
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