Regia di Bob Rafelson vedi scheda film
Il problema di questo film è una sceneggiatura senza capo nè coda. E di per sè non sarebbe neanche un grosso problema. Se non fosse per il fatto che la regia di Rafelson (talento "bruciato" della New Hollywood, come Bogdanovich, Hellman, Milius, Cimino...tutta gente, tranne gli ultimi due, che aveva un sogno: quello di "guardare" alla propria nazione, gli States di Nixon, con occhio "europeo"...ci riuscirono in sporadiche occasioni, poi furono tagliati dalla Restaurazione, oltre che dalle proprie velleità) non riesce ad alleggerire uno script di una pesantezza inaudita. Qui si parla di ricostruire l'American Dream in una fantomatica isola del Pacifico, partendo dal rigido inverno di Atlantic City, con due fratelli che pare abbiano entrambi qualche atroce segreto da nascondere e due donne detestabili, nonostante l'aspetto avvenente...il tutto sotto il ghigno beffardo di una manica di gangster neri! Insomma, direi che questo copione sia quantomeno "opaco" e non vada a parare da nessuna parte...i personaggi sono definiti maldestramente, vorrebbero rappresentare un coacervo di frustrazioni, nevrosi, fallimenti, ma tutto senza la lucidità, la trasparenza, la fertilità di Cinque Pezzi Facili, dove classicità e modernità si sposavano a meraviglia...Qui resta la regia, rigorosa, austera, sottile, ma come detto "schiava" del plot; e ovviamente le interpretazioni: la Burstyn nella parte che le riusciva meglio, il mitico Scatman Crothers e ovviamente l'immenso Jack Nicholson, capace di dare consistenza ad un personaggio sfocato come pochi...Non perdetevi il suo monologo iniziale, che assieme al finale con le diapositive, amaro, trattenuto, raggelato, è una delle cose da salvare di un film "sbagliato", frutto immaturo della grande stagione New Hollywood.
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