Regia di Bob Rafelson vedi scheda film
I "Giardini di Marvin" del titolo sono la casella più dispendiosa del Monopoli americano, e il personaggio del titolo è quello di Jason Stabler, intrallazzone e dalla vita scombinata che coinvolge il fratello David, serioso speaker radiofonica dalla vita schiva e isolata in un'impresa folle e utopica: fare propria un'isola al largo delle Hawaai per diventare ricchi. Rafelson prosegue il suo viaggio nell'instabilità dei caratteri e nell'utopismo all american con un racconto che illustra un'America bislacca, fuori dai grandi circuiti e in una rincorsa alle proprie ambizioni, immersa in una ricerca di una dimensione quasi bambinesca in cui tutto è possibile ( bellissima la sequenza, in questo senso, della corsa dei due fratelli sulla spiaggia). Jack Nicholson gioca una volta tanto di mezze tinte in un carattere rappreso, timido fino alla ritrosia, Bruce Dern dà una grande prova come trascinatore e suggestionatore sul nulla, mentre Ellen Burstyn si conferma come una delle migliori attrici del cinema americano dell'epoca, purtroppo non sfruttata come avrebbe meritato. E la violenza che fa saltare il banco arriva sì improvvisa e sferzante, ma le avvisaglie ci sono tutte. Un film composto di una malinconia profonda, sincera, tutto da gustare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta