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Re-Animator

Regia di Stuart Gordon vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Re-Animator

di Fanny Sally
7 stelle

Primo capitolo di una riuscita trilogia horror infarcita di umorismo grottesco ed effetti splatter.

Il film d’esordio di Stuart Gordon rappresenta tutt’oggi uno dei più felici esempi di quel filone del cinema dell’orrore anni ’80 caratterizzato da un grande dispiego di effetti speciali artigianali, rudimentali quanto efficaci, e da una certa inventiva a livello visivo che, unita ad una trama bizzarra e fantasiosa, assicuravano un certo divertimento, pur contenendo comunque un minimo di riflessione etica.

 

Il merito in verità va dato soprattutto al soggetto d’ispirazione, un audace e folle racconto del terrore Herbert West, rianimatore, risalente al 1921, ideato dallo scrittore statunitense Howard Phillips Lovecraft, considerato tra i precursori della fantascienza. La storia è quella di uno scienziato, Herbert West tanto geniale quanto arrogante, che inizia a studiare e sperimentare un siero di sua creazione con il quale ridare vita ai cadaveri, sfidando i limiti della scienza e della morale, e coinvolgendo nel suo delirio anche un onesto e morigerato dottore che, affascinato dalle sue teorie, diventerà il suo assistente.

Gli esiti delle macabre sperimentazioni porteranno alla creazione di creature mostruose, sorta di zombies aggressivi e privi di intelletto, che seminano il caos nell’ospedale, suscitando nel contempo l’interesse di un altro medico, che vorrebbe appropriarsi della mirabile scoperta scientifica.

 

Jeffrey Combs, attore la cui filmografia dall’allora in avanti sarà costellata di ruoli simili in pellicole di genere horror fantascientifico, ha lo sguardo schizzato ma lucido che, anche con microespressioni facciali, lo rende inquietante quanto basta nei panni dello scienziato spregiudicato e agnostico che non pone limiti alla conoscenza, sacrificando vittime inermi e innocenti.

Non manca un certo umorismo di tono grottesco e cattivo, e abbondando le situazioni disgustose e politicamente scorrette, oggi forse molto meno accettate (soprattutto per quel che riguarda la violenza contro gli animali), mentre il finale lascia abilmente in sospeso lo spettatore, inducendolo a chiedersi quale sarà il destino dei protagonisti, nonostante l’idea di un sequel non fosse presente nei piani iniziali.

 

Imperdibile per i fan del genere.

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