Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Stilisticamente perfetto, ma poeticamente molto più povero di altri film di Kurosawa. Penso davvero che sia un film in parte sopravvalutato, per via della sua insolita struttura narrativa. Un flash-back multiplo, che rifrange la verità come se fosse un prisma e che si rivela essere croce e delizia del film. Delizia, certamente: anche se Welles c'era arrivato 10 anni prima, resta una costruzione inventiva ed ispirata, valorizzata da un montaggio impeccabile e da un plastico utilizzo dello spazio. Croce, tuttavia: perchè questo artificioso meccanismo finisce fatalmente per togliere spessore ai personaggi, che diventano così delle mere "funzioni" della narrazione. Nonostante gli sforzi dell'istrionico Mifune, nemmeno il suo bandito riesce a generare un rapporto empatico con lo spettatore. Un film troppo sterile per essere di Kurosawa, cioè uno dei massimi cineasti di sempre. I risvolti morali della vicenda, già imbalsamati nel corso dell'opera per i suddetti motivi, trovano poi un'espressione alquanto sbrigativa e retorica nella trovata finale della culla abbandonata. Come riflessione sul male, sulla debolezza, sulla menzogna, lo stesso Kurosawa ha fatto molto di meglio.
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