Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film
Un bel film di Kiarostami, che merita di essere visto dal pubblico più ampio. La trama è semplice e riguarda un bambino di 8 anni, Ahmed, che vuole riportare un quaderno scolastico che aveva preso per sbaglio ad un suo compagno che vive in un villaggio rurale del nord dell'Iran. La vicenda serve da pretesto per mostrarci la realtà sociale del paese, ancora molto arretrata, mentre il giovane studente percorre i campi della regione di Koker e si avventura per le strade del villaggio sconosciuto, incontrando adulti per lo più ostili. Semplicità dell'approccio, purezza di uno sguardo registico di tipo semidocumentaristico, vicenda che si presta come una metafora dell'innocenza infantile capace di rimettere in questione i fondamenti di una società basata su regole arcaiche e piuttosto rigide: il film di Kiarostami ha ereditato il meglio della lezione neorealista, è un'opera importante e di rottura per tutto il cinema mediorientale, ma a mio parere non arriva al capolavoro, come qualcuno sostiene, a causa di qualche eccessiva lungaggine, che diventa un pò ripetitiva, nella ricerca di Ahmed, soprattutto nella seconda parte. Dal punto di vista figurativo, invece, resta opera di primissimo ordine e testimonia della maestria visiva di Kiarostami. Da vedere preferibilmente in edizione originale: l'edizione italiana è corretta nella traduzione dei dialoghi, ma il doppiaggio tradisce la schiettezza delle voci degli attori iraniani e risulta piuttosto "falso".
VOTO 8/10
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