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The Watchers - Loro ti guardano

Regia di Ishana Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su The Watchers - Loro ti guardano

di mck
5 stelle

ISHANAMALAYAAAAAN!

 

The Watchers”, l’esordio romanzesco dell’irlandese A. M. Shine, pubblicato nel 2021 dalla Head of Zeus, e il cui prosieguo vedrà la stampa tre anni dopo col titolo di “Stay in the Light”, è un caso - non proprio di convergenza evolutiva, ma, per ora - di evoluzione parallela con la “From” (che è ancora in corso… di soluzione) che John Griffin sviluppò più o meno contemporaneamente in quello stesso periodo: dopo l’apprendistato sui set paterni di “Old” e “Knock at the Cabin” in qualità di direttrice delle seconde unità e l’aver scritto e diretto una manciata abbondante di episodi delle ultime tre stagioni della “Servant” di Tony Bagsallop che babbo M. Night ha prodotto e della quale ha diretto un altrettale pugno di puntate, Ishana Night Shyamalan, sorella mezzana e minore della Saleka dell’in imminente uscita “Trap” di papà, esordisce anch’ella, nel lungometraggio cinematografico, dirigendo l’adattamento (e citando il cinema di Tarkovskij e “AntiChrist” di Trier come ispiranti numi tutelari: Dio Bestemmiatore) che ne ha in solitaria personalmente tratto, e, beh: “The forest was dark on the brightest day...”.

 


Dakota Fanning (“I Am Sam”, “Taken”, “War of the Worlds”, “HoundDog”, “the RunaWays”, “Night Moves”, “BrimStone”, “American Pastoral”, “Zygote”, “the Alienist”, “Once UpOn a Time in... HollyWood”, “Viena and the Fantomes”, “Ripley”, “Vicious”), nonostante sia messa molte volte in difficoltà dal copione, è difficile sbagli un’espressione, Olwen Fouéré (“This Must Be the Place”, “the Survivalist”, “Mandy”, “Texas ChainSaw Massacre”, “the NorthMan”) lavora d’esperienza ed automatismo, Georgina Campbell (“Black Mirror: Hang the DJ”, “Barbarian”, “Bird Box Barcelona”, “Lovely, Dark, and Deep”), Oliver Finnegan e Alistair Brammer risultano un po’ imbambolati e John Lynch (“Cal”, “In the Name of the Father”, “Angel Baby”, “Moll Flanders”, “the Terror”, “the Head”), che non è mai stato un fulmine di guerra, tutto sommato funzionicchia.

Fotografia di Eli Arenson, montaggio di Job ter Burg e musiche di Abel Korzeniowski. Produce con la sua Blinding Edge lo Shyamalan-genitore assieme alla New Line, mentre Warner distribuisce.

Inizia maluccio - tra una sentenziosa frase ritrita (“C’è una foresta nell’Irlanda occidentale che non compare in alcuna mappa…”) e un tanto palese & facile quanto fuorviante & incongruente metaforone...

 

 

...in agguato, “the Watchers”, per poi proseguire benino (nel prologo le facce di tutte le persone intorno a Mina risultano fuori fuoco/campo) e però continuare – ma non ne ha colpa l’impossibilmente intelligente parrocchetto dorato (Guaruba guarouba) interlocutor-confessore del malaugurio – persistentemente malaccio:
- “Anche se non è John dobbiamo aiutare chi è la fuori!”, dice Daniel a tutti: ma chi dovrebbe mai essere? O lui o uno di loro: non è che Tizio Qualsiasi arriva sin lì per fingersi il marito della tonta di turno!
- “Chiedigli qualcosa che sa solo lui!”, dice Madeline a Ciara, che le risponde con un bel “Perché?”: ma come "Perché?", razza di mentalmente rachitico incrocio tra Gennaro Sangiuliano e Francesco Lollobrigida, come perchè, Dio Saprofago?!

Il lato positivo: la ragazza (che ha la stessa età di Orson Welles quando girò “Too Much Johnson”: così, per dire, eh) dal cognome importante può solo migliorare.

* * ¾ - 5.5

ISHANAMALAYAAAAAN!   

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