La recensione su The Watchers - Loro ti guardano

di alan smithee

3 stelle

AL CINEMA

La trentenne Mina è una ragazza che non è ancora riuscita ad elaborare il lutto della perdita materna, avvenuta in un incidente stradale a seguito del quale ella ha perso ogni contatto con la sorella gemella.

Ora la donna lavora presso un per shop e quando il titolare lea incarica di consegnare un bel pappagallo raro ad un compratore esigente, la ragazza si mette in viaggio e, per arrivare a destino, attraversa una foresta impenetrabile, la stessa che un incalzante incipit ha informato lo spettatore dei pericoli che vi si annidano per chi si trova ad attraversare quegli impervi sentieri.

Dopo esser rimasta in panne con la sua pertinente Jimny, Mina si avvia solitaria tra i pericoli della foresta, e, prima di essere attaccata da un nemico misterioso, riesce fortunatamente a trovare rifugio in una baita, abitata da tre altre persone, e che appare dal lato opposto dotata di una grande vetrata.

Le altre tre persone che vi si sono rifugiate, ogni notte sono osservate da creature misteriose che vivono nei boschi, che hanno bisogno di scoprire i segreti del corpo umano per questioni di integrazione. Ma la possibilità di fuggire e tornare alla propria civiltà, progetto dapprima impensabile, trova una svolta possibilista quando i quattro si accorgono di cosa giace tra le fondamenta di quella misteriosa e tetra baita.

Dall'omonimo romanzo di A.M. Shine, la figlia dell'apprezzato regista horror M. Night Shyamalan, di nome Ishana, traspone e dirige un horror che mira a collocarsi nei pressi delle zone inquiete tanto care al cinema paterno.

Ma di fatto realizza un horror finto ed edulcorato, che trasforma la magia del bosco e l'inquietudine che ben si associa alla foresta, in un sentimento di stucchevolezza dovuto a troppa artefazione e all'utilizzo di effetti ridondanti degni di un musical fantasy eccessivo e puerile.

Olwen Fouere, Oliver Finnegan, Dakota Fanning, Georgina Campbell

Inoltre la vicenda, che trova una sua quasi coerente conclusione verso l'ottantesimo minuti,trova il coraggio di riprendere la narrazione con un finale multiplo e alternativo lungo e per nulla sorprendente, se non totalmente prevedibile, che devasta le già demolite chance dello spettatore di provare un certo pathos da un racconto che somiglia a molti altri usciti (meglio) dalla fantasia e da un estro paterno evidentemente ereditato secondo modalità molto rarefatte.

Dakota Fanning cerca di metterci tutto il meglio di sé per apparire quanto meno plausibile, mentre la misteriosa Olwen Fouèré si presenta totalmente identica alle situazioni dei recenti horror in cui è apparsa ("La profezia del male" in particojareiscito in sala solo poche settimane orsono, e ancor più brutto di questo banale horror zero di estenuanti luoghi comuni).

Per ora Ishana Night Shyamalan non convince affatto. Speriamo che tragga i migliori insegnamenti da cotanto padre, regista certo talvolta discontinuo e non sempre affidabile, ma forte di una serie di cult indiscutibili di sicuro valore (Signs, The Village, Split), e non solo il responsabile del successo legato a Il sesto senso.

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