Regia di Nathan Silver vedi scheda film
Cantore in sinagoga, passata la quarantina e vedovo da pochi mesi, Ben è un uomo solo e alla deriva. Sua madre, la suocera e il rabbino tentano di fargli conoscere nuove ragazze, ma lui non vuole saperne. Finché una sera, ubriaco in un bar, viene soccorso dalla sua vecchia insegnante di musica delle elementari, Carla, vedova anch'essa. Tra i due nasce un'amicizia profonda, basata sulla reciproca necessità di aiutarsi.
Può l'amore guarire tutto? Solo nei film. Ma va bene così, è anche a questo che serve il cinema: evasione, fuga dalle miserie e dai problemi di tutti i giorni, proiezione nelle vite e nei destini altrui. La storia di Ben, ebreo vedovo sulla quarantina che si innamora della sua vecchia insegnante di musica delle elementari, nonna e pensionata, di un quarto di secolo all'incirca più anziana di lui, è quantomeno coinvolgente e narrata in maniera solida, logicamente ineccepibile nel copione di questo Between the temples (dalle nostre parti uscito come Tra un tempio e l'altro), scritto da C. Mason Wells e dal regista Nathan Silver; certo, a ben guardare nel film non c'è molto altro e una morale vera e propria che si spinga oltre a quanto appena detto non si trova. Ma pazienza. Di sicuramente buono ci sono un Jason Schwartzman un po' spaesato (ma è il suo personaggio, a essere scritto in maniera un po' approssimativa) e una frizzante Carol Kane; di meno buono c'è invece una regia che spesso e volentieri vuole farsi protagonista, abusando di primi piani e inquadrature non sempre motivabili o funzionali alla narrazione, spalleggiata da un montaggio talvolta ruvido in modo eccessivo. Anche le due ore scarse di durata sono probabilmente un po' troppe. 3,5/10.
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