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Queer

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su Queer

di port cros
8 stelle

81ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2024)  - IN CONCORSO

 

Una cittadina messicana negli anni 50 ospita una variegata comunità di expat statunitensi omosessuali, tra cui Lee (Daniel Craig). Tra un rimorchio in una delle bettole locali e una botta di oppiacei da cui è dipendente, Lee si invaghisce di un giovane connazionale dall'orientamento sessuale indefinibile (Drew Starkey).

Dopo una focosa fellatio, riesce comunque a convincerlo ad un rapporto mercenario a lungo temine, e nel secondo capitolo ("compagni di viaggio") ad accompagnarlo in un avventuroso viaggio in Sud America. Qui Lee subisce gli effetti dell'astinenza dalle droghe e si convince a spingersi ancora più a Sud per trovare una mitica erba dalle proprietà telepatiche. Nel terzo capitolo ("la botanica") l'incontro nella giungla amazzonica con un'agguerrita studiosa di piante tropicali (Lesley Manville) che forse potrà aiutarlo a scovare la leggendaria erba yagé. 

 

Guadagnino soprattutto nel terzo capitolo e nell'epilogo ci sorprende lasciando briglia sciolta a una vena surreale, nel mostrare gli effetti allucinatori della pianta, con un pallone sanguinolento che vomitato dalla bocca e che spiaccicandosi al suolo libera in cuore pulsante, ad una seconda pelle che avviluppa come una coperta gli amanti nel loro amplesso , una caduta dal cielo stellato, finché Lee osserva se stesso attraverso la finestrella di un modellino di un palazzo. Si tratta di una fantasia immaginifica che non avendo più riscontrato nei suoi film dal finale del suo Suspiria.

 

Il film, tratto dall'omonimo romanzo breve autobiografico di William S. Burroughs di cui Lee rappresenta un alter ego, è forse il più interessante di Guadagnino dal punto di vista stilistico, divertendosi l'autore con i trip lisergici, il cinema d'avventura, le scene erotiche ma azzeccano siparietto il bersaglio nel rappresentare l'intimità dei e tra i personaggi.

 

Daniel Craig convince mentre Drew Starkey è una piacevole sorpresa. Nel cast anche Omar Apollo e un quasi irriconoscibile Jason Schwartzman in carne.

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