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Queer

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su Queer

di alan smithee
7 stelle

Daniel Craig, Drew Starkey

Queer (2024): Daniel Craig, Drew Starkey

VENEZIA 81 - CONCORSO

Trasporre al cinema i deliri da stupefacenti e le derive sessuali di William Burroughs della sua opera più scandalosa e lungamente censurata non è per nulla scontato o elementare.

David Cronenberg anni prima ci ha già lodevolmente provato trasponendo i deliri kitch ed horror, decisamente nelle corde del regista canadese, contenute nel più corposo e "mutante" delirio de Il pasto nudo.

Luca Guadagnino da tempo sognava invece di trasporre il proibitissimo Queer (in gergo traducibile con "Checca"), ora quasi finalmente giunto alla prova della sala dopo il passaggio festivaliero veneziano.

Ambientato tra Città del Messico e il Sud America, Queer narra la controversa e bizzarra storia d'amore che nasce tra il protagonista cinquantenne errabondo e perdigiorno Lee (alter ego dello scrittore in più romanzi) ed un giovane militare/turista che sa di piacergli, lo ammalia con la sua bellezza e perfezione corporea e lo utilizza per illuderlo e godere dei benefici di seguirlo nei suoi giri per il mondo, tra fiumi.dinalcol e droghe a cui nemmeno lui risulta indifferente.

Daniel Craig

Queer (2024): Daniel Craig

Drew Starkey, Daniel Craig

Queer (2024): Drew Starkey, Daniel Craig

La relazione, almeno dalla parte del giovane, resta di tipo mercenario, ma per lo scrittore girovago l'illusione di una alchimia sessuale e amorosa riesce a motivarlo sopra ogni altro intento.

Almeno sino al giorno in cui si mette in testa di raggiungere, col il bel ragazzo al seguito, alcune foreste del Sud America alla ricerca dello "yage", una misconosciuta liana da cui si raccon ta possa essere estratta una sostanza in grado di garantire l'ipnosi, controllando le menti altrui.

Un potere che, pur non creando dipendenza e sensazioni di sballo della mente, lo affascina ancora di più dei viaggi allucinati intrapresi iniettandosi droghe pesanti.

Con la solita eleganza di direzione, Guadagnino esalta sapientemente il contatto fisico e celebra l'erotismo anche sfacciato, ma sempre esteticamente tendente al sublime, che può nascere dall'incontro di due corpi maschili di età molto differenti, attratti da una passione che da una parte è qualcosa di vicino all'amore, dall'altra invece qualcosa di decisamente più fisico e materiale, legato anche e non poco ad una convenienza economico-tattica.

Daniel Craig, Drew Starkey

Queer (2024): Daniel Craig, Drew Starkey

Daniel Craig, Lesley Manville

Queer (2024): Daniel Craig, Lesley Manville

La svolta del viaggio avventuroso tra le impervie foreste amazzoniche fornisce a Guadagnino di concentrarsi sul nuovo delirio tanto ricercato dal Lee protagonista, ovvero quella possibilità di condizionare la mente altrui, che si traduce in fantastiche visioni ad incastro che tanto sarebbero state gradite al Cronenberg già citato.

Ma certo Queer rimane alla mente, oltre che per la consueta mirabile capacità di regia e alle scenografie ricercate ed affascinanti di città messicane anni '50 perfettamente ricostruite nel muoversi in massa tra traffico e caseggiati di interi quartieri, per le roventi scene d'amore anche piuttosto esplicite, ove l'intreccio dei corpi maschili belli sia nella gioventù che nella piena maturità, si celebra attraverso amplessi umidi tra baci e gocce di liquido seminale du lenzuola, labbra e biancheria intima, che riescono a risultare coreografiche e tutto fuorché disturbanti.

Poi certo il film rimane un po' in superficie, ovvero tratta la deriva da eccessi in modo magnifico ma piuttosto esteriore, senza approfondire più di tanto la dannazione che muove i due protagonisti, diventando questo il principale limite del film.

Daniel Craig particolarmente stropicciato e imbolsito di volto per perenne barba da due giorni, più che di fisico, ancora muscolare, è un Burroughs/Lee perfetto e carnale quanto basta.

Gli fa da contraltare il fisico nel contempo flessuoso e longilineo, ma pure muscolare del giovane Drew Starkey col visto squadrato e spigoloso ed occhialuto alla Clark Kent. In ruoli di contorno, ma godi il e spassosi, riconosciamo a stento un espanso Jason Schwartzman e una istrionica e sempre inquietante Lesley Manville.

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