Nella Città del Messico degli anni '40, Lee si aggira per i club e i bar della città popolati da studenti universitari americani espatriati, soldati congedati e altri personaggi ai margini della società. Si infatua di un militare della marina americana in congedo, il tossicodipendente Allerton, che, sebbene indifferente alle sue avances, alla fine cede, ma solo quanto basta per rendere ancora più ossessionati i desideri sessuali di Lee. Quindi, i due intraprendono un viaggio attraverso il Sud America alla ricerca di una droga nota come Yage, che secondo Lee lo renderà un sensitivo.
Dov'è finito lo sguardo caldo, poetico, artistico-letterario di 'Call me by your name'?
E il montaggio divino di Walter Fasano?
E l'eleganza di luoghi e costumi, qui peraltro inesistenti e rinchiusi in una squallida rivisitazione messicana e claustrofobica dentro Cinecittà, anziché a Pandino e Crema?
VENEZIA 81 - CONCORSO
Trasporre al cinema i deliri da stupefacenti e le derive sessuali di William Burroughs della sua opera più scandalosa e lungamente censurata non è per nulla scontato o elementare.
David Cronenberg anni prima ci ha già lodevolmente provato trasponendo i deliri kitch ed horror, decisamente nelle corde del regista canadese, contenute nel più… leggi tutto
#DanielCraig
#LucaGuadagnino
#horriblemovie
#again
#moneywithnopoetry
#queer
#queermovie
Mostra del Cinema Venezia
Venezia81
Concorso
Dov'è finito lo sguardo caldo, poetico, artistico-letterario di 'Call me by your name'?
E il montaggio divino di Walter Fasano?
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Anche quest' anno l'avventura veneziana alla Mostra del cinema di Venezia è stata un tour de force appassionante, stancante certo, ma vissuto con il… segue
81ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2024) - IN CONCORSO
Una cittadina messicana negli anni 50 ospita una variegata comunità di expat statunitensi omosessuali, tra cui Lee (Daniel Craig). Tra un rimorchio in una delle bettole locali e una botta di oppiacei da cui è dipendente, Lee si invaghisce di un giovane connazionale…
VENEZIA 81 - CONCORSO
Trasporre al cinema i deliri da stupefacenti e le derive sessuali di William Burroughs della sua opera più scandalosa e lungamente censurata non è per nulla scontato o elementare.
David Cronenberg anni prima ci ha già lodevolmente provato trasponendo i deliri kitch ed horror, decisamente nelle corde del regista canadese, contenute nel più…
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Dov'è finito lo sguardo caldo, poetico, artistico-letterario di 'Call me by your name'? E il montaggio divino di Walter Fasano? E l'eleganza di luoghi e costumi, qui peraltro inesistenti e rinchiusi in una squallida rivisitazione messicana e claustrofobica dentro Cinecittà, anziché a Pandino e Crema?
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