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Ragazzi fuori

Regia di Marco Risi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ragazzi fuori

di axe
7 stelle

Il film racconta le storie di alcuni ragazzi di Palermo, appartenenti al sottoproletariato locale e coinvolti, alcuni benchè siano minorenni, in vicende giudiziarie a causa di reati comuni. Nonostante la giovane età, il loro passato li condiziona; nessuno dà loro fiducia, pertanto o rimangono disoccupati, o trovano impiego in attività al margine della legalità - esempio, la vendita ambulante senza licenza - o, nella peggiore delle ipotesi, tornano a delinquere. Il regista Marco Risi riporta sulla scena alcuni dei personaggi di "Mery Per Sempre", di cui "Ragazzi Fuori" è il sequel. La sua visione è estremamente pessimista. Nessuna delle storie, infatti, ha un lieto fine. La voglia di vivere di questi giovani, restituiti alla società libera, è piegata dalle incomprensioni, le quali portano nuove difficoltà quotidiane, in aggiunta a qulle che da sempre intralciano il cammino delle persone come loro. Povertà, ignoranza, vizi, la tentazione offerta dalla delinquenza, che li attrae con la prospettiva di facili guadagni, per poi rovinare definitivamente la loro esistenza. Vediamo pertanto questi ragazzi vivere con rabbia e disperazione, tra tentativi, per lo più vani, di trovare un lavoro dignitoso, ed esplosioni d'istinto, che li spinge a soddisfare nell'immediato le loro pulsioni, quasi con la consapevolezza dell'estrema precarietà della loro vita. In tutto ciò le istituzioni, che dovrebbero accompagnare questi ragazzi lungo il percorso del reinserimento nella società, sono assolutamente inerti. Gli assistenti sociali  svolgono il loro ruolo con poca convinzione e non godono della fiducia di questi giovani, abituati, del resto, alle vessazioni delle forza dell'ordine. Carabinieri, vigili urbani, finanzieri, poliziotti, ognuno per il proprio "settore di competenza" rendono difficile la vita dei personaggi, a volte a ragione, seppur in nome di una "burocrazia" che questi ragazzi non possono comprendere, a volte a torto, con violenze psicologiche e fisiche. Uno dei personaggi, il sempre sorridente "King Kong" è addirittura ucciso a sangue freddo da un poliziotto, dopo un lungo inseguimento successivo ad un tentativo di furto. Altri personaggi degni di nota sono lo sfortunatissimo Claudio, il quale, dopo essere stato raggiunto dalla ragazza innamorata di lui, ha avuto una figlia e ha trovato lavoro come meccanico, è brutalmente ucciso da un ex-compagno di detenzione presso il carcere minorile, in cerca di vendetta per eventi del passato; Natale, destinato ad una vita da sbandato dopo aver cercato inutilmente lavoro; "Mery" e Antonio, nel futuro dei quali c'è il carcere. Gli attori, essendo non professionisti, interpretano con "sincerità" i personaggi loro affidati; il loro dialetto è a volte di difficile comprensione. La sceneggiatura  è molto frammentata. Le vicende dei personaggi sono mostrate in sequenze a volte anche di pochi secondi. Il regista, nel suo raccontare, non mostra indulgenza per i suoi personaggi, nati e cresciuti in una città caotica, piena di vita, ma anche di contraddizioni; in questa Palermo la modernità sembra giunta troppo in fretta, sconvolgendo antichi equilibri e "lasciando indietro" persone delle quali - come il regista non manca di sottolineare - le istituzioni, nel migliore dei casi si disinteressano; nel peggiore, traggono sollievo nel sapere che questi "ultimi" arrivano ad eliminarsi tra loro. Un dramma estremamente verosimile, di amplia portata narrativa; il regista Marco Risi, pur dando la precedenza alla denuncia sociale, non rinuncia ad indagare lo spirito ed i sentimenti dei suoi personaggi, con i quali, per lo spettatore, è facile entrare in empatia.

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