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I ragazzi del retrobottega

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

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La recensione su I ragazzi del retrobottega

di Baliverna
8 stelle

Il timbro "Powell-Pressburger" su un film ci fa sapere da subito che sarà bello. Come questo melodramma a sfondo bellico, che non è tra le opere più sfavillanti dei due geniali registi/sceneggiatori/produttori, ma si può definire sicuramente un'opera interessante e riuscita.
L'artificiere protagonista è lacerato tra dovere e amore, tra alcolismo e sobrietà, tra coscienza e opportunità. Il contrasto viene acuito dalle figure istituzionali (ministri, funzionari...), e dai vertici militari: le prime sono un po' tonte e goffe, i secondi sono ottusi e prevenuti. Il film rappresenta sicuramente un apprezzamento verso il popolo e l'esercito inglese per la lotta portata avanti contro il nemico tedesco, ma non è privo di sarcasmi su certi meccanismi del potere inglese. Come spesso nei film della coppia formidabile, venogono poi esaltati valori umani come la solidarietà, lo spirito di cameratismo, e l'impegno del singolo per il bene di tutti.
La regia è sempre solida e sapiente, ricca di buone idee e di tecniche interessanti, che ci ricordano continuamente che non siamo davanti ad una vicenda filmata e basta, ma davanti al cinema; con il suo linguaggio, se lo si sa usare, esso comunica molto di più degli avvenimenti che vediamo, o aspetti che altrimenti non guarderemmo. Le inquadrature e i carrelli interessanti sono molti. Non si tratta comunque di tecnica sfoggiata o esibita, ma di tecnica a servizio del film e dei suoi contenuti.
Ho trovato poi avvincente l'ultima parte, dove il protagonista si cimenta nel difficilissimo disinnesco di una bomba. E' un esempio di come si costruisce la suspense, pur con un'azione misurata e quasi lenta. Non è escluso che Richard Lester lo abbia guardato prima di girare "Juggernaut".
Qualche tocco di umorismo qua e là, garbato e mai esagerato, giova alla resa generale e non fa perdere al film la sua sostanza drammatica. Titolo italiano fuorviante, tradotto dall'originale come a casaccio.

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