Una giovane ragazza ebrea fugge dalla Germania socialista per vivere in quella capitalista dell'Ovest: campa di espedienti, lavori precari, piccoli furti, incontri sfortunati.
Note
Con la benedizione di Godard, il film è uno dei primi esponenti del Nuovo Cinema Tedesco anni '70. Sperimentale, realistico e amaro. Leone d'Argento alla Mostra di Venezia. Fotografia di Edgar Reitz. Primo film di Kluge, tratto da un suo stesso racconto.
Prima o poi un serio discorso valutativo sull’opera complessiva di Alexander Kluge, uno dei nomi di punta della cinematografia tedesca della seconda metà del secolo scorso e adesso passato così tanto di moda che quasi non ci si ricorda chi fosse, dovremo pur farlo!!! Possiamo provarci partendo intanto dalla sua interessante opera prima., lucido e amaro rapporto critico… leggi tutto
Si respira aria di casa in questo numero. Non solo per Fellini e i suoi nostalgici e affettuosi amarcord personali, ma anche per le dichiarazioni d'amore e riconoscenza nei confronti del nostro cinema esplicitate da…
la ragazza senza storia o addio a ieri o yesterday girl... in ogni caso un bel titolo. e sicuramente un viso quello della kluge e un personaggio, quello di anita g., che rimarrà nell'immaginario filmico-storico. un film, che nonostante la sua brevità, non è di facile approccio. un pò documentaristico un pò cinema veritè dove si cerca di fingere una realtà per raccontarne un'altra(vera). i…
Faccio un po' fatica con Kluge. Il suo cinema è molto impegnativo, anti-narrativo, pieno di accostamenti arditi. E' modernismo estremo, "post-cinema" si direbbe. Però questo film mi ha ipnotizzato, nonostante la difficoltà a comprendere certi passaggi e certi riferimenti. E' un Kluge ispiratissimo, in ogni inquadratura, in ogni movimento di macchina. Non si fa mancare…
VOTO 7 AVVOLGENTE (Tv 5 Febbraio 2011) Dal passato non ci separa un abisso, ma la situazione mutata. Pur non brillando in originalità della messinscena (affascinante ma inevitabilmente datata), La ragazza senza storia è un dolente racconto a sfondo sociale, ambientato nel tormentato dopoguerra tedesco. Attraverso un montaggio libero, ma calibrato, di zoom, panoramiche, movimenti…
La ragazza madre, sedotta e abbandonata, o magari peggio stuprata. La donna che cresce i suoi figli in solitudine. Con fatica, spesso con coraggio, a volte con rassegnazione. Ma quasi sempre con amore. Quante pellicole…
Prima o poi un serio discorso valutativo sull’opera complessiva di Alexander Kluge, uno dei nomi di punta della cinematografia tedesca della seconda metà del secolo scorso e adesso passato così tanto di moda che quasi non ci si ricorda chi fosse, dovremo pur farlo!!! Possiamo provarci partendo intanto dalla sua interessante opera prima., lucido e amaro rapporto critico…
...Come Arne Mattsson vide "Danzare" per l'ultima volta Ulla Jacobsson nel '51, vorremmo che la Vita prendesse il sopravvento "Dentro" e "Fuori" l'Essere, senza Mai dover smettere...
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