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Mes petites amoureuses

Regia di Jean Eustache vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mes petites amoureuses

di laulilla
9 stelle

Uscito nelle nostre sale nel settembre 2023, questo è il secondo e ultimo film di Jean Eustache, il grande regista francese, che l’aveva girato dopo il suo film più celebre, “La maman et la putaine” (1973). Di lì a poco, Eustache avrebbe drammaticamente posto fine ai suoi giorni.

 

 È il racconto autobiografico della difficile preadolescenza di Daniel (Martin Loeb). il dodicenne cresciuto con la nonna (Jacqueline Dufranne) a Pessac, piccolo centro nei pressi di Bordeaux.

Presto Daniel, ragazzino taciturno e attento osservatore del mondo, avrebbe dovuto, a malincuore, abbandonare affetti e abitudini, nonché amici e compagni di scuola che erano cresciuti con lui, condividendone scherzi e bricconate, vaghe speranze, confidenze e qualche malizioso incontro con le bambine del vicinato…
In vista della sua prima comunione, infatti, era arrivata dalla non lontana Narbonne sua madre (Ingrid Caven), insieme a José (Dionys Mascolo), l’uomo col quale abitava, bracciante male e saltuariamente retribuito.

 

Per Daniel le cose si complicavano poiché madre e figlio erano lontanissimi fra loro, ben più di quanto farebbe pensare la lontananza geografica che li aveva separati.
Da una parte vediamo un giovinetto che spera di entrare al liceo poiché studiare gli piace e lo aiuta ad affrontare i mutamenti del proprio corpo, a comprendere gl’involontari ma urgenti impulsi sessuali spesso imbarazzanti – indimenticabili le scene girate nella chiesa durante la cerimonia – contando sulla benevola solidarietà di chi lo conosce da sempre; dall’altra parte vediamo una donna che non solo non lo conosce affatto, ma è del tutto presa dai problemi di un’esistenza povera, di una casa angusta, priva di luce, costretta a conciliare l’attrazione passionale per un uomo inetto e incapace di migliorare la propria posizione sociale, con le necessità della sopravvivenza quotidiana.
Prendere il figlio con sé e trovargli una sistemazione da apprendista meccanico può diventare una provvisoria soluzione di molti problemi…

 

Daniel, nonostante tutto, avrebbe cercato di riprendere in mano il proprio destino, conoscendo nuovi amici, corteggiando (con i soliti problemi di sesso e di ripulse) le ragazze narbonesi, e frequentando le sale cinematografiche locali, ciò che gli avrebbe consentito di partecipare al mondo sinora ignoto dell’avventura, di scoprirsi in sintonia con le contraddittorie passioni di tutti; di crescere distanziandosi dalla vacuità dell’aspirazione diffusa al lusso, alla ricchezza e alla sua ostentazione.
Era passato un anno, e, finalmente in vacanza, Daniel si accingeva a tornare dalla nonna a Pessac..
Il film – che si era aperto con “Douce France” e con la voce di Charles Trenet che riportava alla memoria i teneri ricordi e le vaghe speranze infantili – si chiude col disincanto e con l’acquisita consapevolezza della fine di un sogno.


Le amarissime – e maledette – parole di Arthur Rimbaud, nel titolo originale del film ne suggellano la menzogna:

 

O mes petites amoureuses,
Que je vous hais !
Plaquez de fouffes douloureuses
Vos tétons laids !

 

Diretto e sceneggiato (insieme a Maurice Pialat), questo film è ora visibile nella versione restaurata in 4K, un anno dopo dopo la tardiva ma doverosa presentazione al festival di Venezia del 2022.
Per fortuna, “Fuori Orario” lo sta rendendo accessibile – senza pubblicità – su RaiPlay

 

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