Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
VENEZIA 81: FUORI CONCORSO
Un padre amorevole e intransigente; una figlia dolce ma troppo remissiva ed insicura.
Una simbiosi che esclude ogni altra relazione parentale e li coinvolge in una avventura nel mestiere di fare cinema che salverà ad entrambi la vita. Il tempo che ci vuole, l'ultimo film narrativo di Francesca Comencini, è una coraggiosa e determinata cine-autobiografia attraverso la quale la regista figlia del grande Luigi si racconta nelle fasi più delicate di una infanzia ed adolescenza culminate con la dipendenza verso la droga.
Da inizi anni '70, col padre Luigi assiduamente impegnato nella realizzazione dell'indimenticato ed insuperato Pinocchio televisivo, inizia un rapporto esclusivo tra un padre affettuoso anche quando molto impegnato, ed una figlioletta bisognosa di sicurezza e protezione.
Francesca Comencini, sorella di altre tre Comencini, esclude ognuna di esse, persino la nobile madre napoletana, e di concentra su un rapporto profondo ed indissolubile con tenace e dolcissimo genitore.
Lui e nessun altro.
Fino al proprio esordio nel cinema con l'apprezzato Pianoforte (1984), in cui la giovane regista scandaglia il mondo della dipendenza da stupefacenti.
È nel contempo coraggiosa e affettuosa la narrazione che rende così intimo e intenso questo meraviglioso rapporto padre/figlia. Un binomio che trova nel cinema, ognuno nella sua epoca di gioventù, il viatico per tirarsi fuori l'uno da una timidezza discriminante e bloccante, e dalla terribile dipendenza da stupefacenti l'altra.
"Il tempo che ci vuole" funziona bene, commuove, convince nel fornirci un ritratto di coppia davvero intenso e sui generis, dimostrando che le diverse generazioni possono trovare una linea di contatto privilegiata che ne possa favorire un contatto vitale e profittevole.
Alla riuscita del film contribuiscono non poco i due straordinari protagonisti: Fabrizio Gifuni che torna al periodo delle BR, ma stavolta sullo sfondo degli attentati e del rapimento di quel Moro da lui stesso interpretato nel bellissimo serial di Marco Bellocchio.
Gli regge bene il confronto l'intensa e bellissima Romana Maggiora Vergano, vista ed apprezzata in C'è ancora domani mei panni della figlia maggiore della protagonista.
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