Espandi menu
cerca
Starve Acre

Regia di Daniel Kokotajlo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mck

mck

Iscritto dal 15 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 207
  • Post 138
  • Recensioni 1158
  • Playlist 324
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Starve Acre

di mck
7 stelle

"Lepre cane!" (bestemmia animista).

 

Summer of Fear 2024:
- “LongLegs”, scritto e diretto da Osgood “Oz” Perkins;

- “Starve Acre”, scritto e diretto da Daniel Kokotajlo;
- “Cuckoo”, scritto e diretto da Tilman Singer;
- “Strange Darling”, scritto e diretto da JT Mollner. 

 

 

Se “Dýrið” (Jóhannsson & Sigurðsson, 2021), in zona ovina (con afflati caprini), è un bel film, e “Run Rabbit Run” (Reid & Kent, 2023), in ambito lagomorfo, un brutto film, questo - sempre a proposito di leporidi - “Starve Acre” [acro (campo) affamato], l’opera seconda (2024), dopo “Apostasy” (2018), di Daniel Kokotajlo (britannico, classe 1981), da lui scritta – traendola dall’omonimo romanzo di Andrew Michael Hurley d’un lustro prima – e diretta, sta nel mezzo: salvata in parte dagli attori (la Morfydd Clark di “Saint Maud”, “the Lord of the Rings: the Rings of Power”, “Murder Is Easy” e d’un prossimo “Hamlet” e il Matt Smith di “Womb”, “Doctor Who”, “Mapplethorpe”, “Patient Zero”, “Charlie Says”, “His House”, “Last Night in Soho”, “the Forgiven”, “House of the Dragon” e i prossimi “the Death of Bunny Munro” e “Caught Stealing”, affiancati da Erin Richards, Sean Gilder e Robert Emms), comunque un poco spaesati, e in parte da una certa atmosfera (fotografia di Adam Scarth, montaggio di Brenna Rangott, scenografie di Francesca Massariol e musiche di Matthew Herbert, che tra l’altro arrangia “Let Me In”, un canto popolare d’inizio novecento, mentre lo stesso Matt Smith lo interpreta sul finale e sui titoli di coda), ad ogni modo più soporifera che ammaliante ed intrigante, per contro giunge inesorabilmente al crudele finale accelerando e bruciando le tappe con l’ineluttabile intervento manifesto (incarnato da un leprotto giustamente di pezza animatronica dalla prima all’ultima inquadratura) dell’influenza maligna sempre più pervasiva ed esiziale.

 


- Non ho mai capito il fascino di Michael Caine. È un tale cocco di mamma! Gene Hackman invece… Avrei fatto lievitare il suo seme!
- Non ho mai sentito nessuno definire Gene Hackman attraente.

 

 

Starve Acre” è praticamente (scherzo) la versione infernale della “Acres Wild” di Ian Anderson (Jethro Tull).

 

 

* * * ¼ - 6.50   

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati