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American Moon

Regia di Massimo Mazzucco vedi scheda film

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La recensione su American Moon

di undying
8 stelle

Un documentario molto ben fatto che mette in dubbio la realtà, storicamente data per certa, delle missioni "Apollo", a cominciare dell'allunaggio del 20 luglio 1969.

 

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American Moon (2017): locandina

 

20 luglio 1969: sulle televisioni di tutta la Terra circolano le prime immagini della discesa sul suolo lunare. A mettere piede per la prima volta sul satellite, fotografando le impronte umane impresse sull'arida distesa lunare, sono il comandante della missione "Apollo 11" - Neil Armstrong - e il collega Buzz Aldrin. I due astronauti compiono quello che Armstrong definisce a parole come "un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità". È presente anche il compagno Michael Collins, che invece rimane in orbita. Un avvenimento ritenuto emblematico dello sviluppo tecnologico - soprattutto americano, in competizione con l'eterna rivale, la Russia - accettato incondizionatamente dal pubblico dell'epoca e passato, ovviamente, alla storia. E se invece quell'evento epocale fosse stato il frutto di una clamorosa messa in scena? Il primo a sostenere, nero su bianco, che "Non siamo mai andati sulla Luna" fu Bill Kaysing, autore di un omonimo libro che fece scalpore verso la metà degli anni Settanta, poi circolato, a partire dal 1997, anche in Italia. In seguito, analizzando soprattutto i documenti filmati e la componente fotografica della missione, altri si sono detti certi che si sia trattato di una grande messa in scena. Questo documentario, da visionare senza pregiudizi, pone interrogativi non banali sulla realtà dell'allunaggio, perlomeno nei termini in cui l'intera missione ci è stata "mostrata".

 

"C'era una mancanza di realtà riguardo tutto, una sorta di stranezza euforica riguardo a tutto quello che stava succedendo". 

(Colonnello Aldrin) [1]

 

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Fino a che punto dobbiamo dare per certi fatti storici che ci sono stati insegnati sui banchi di scuola? In nome della "Scienza" dicono coloro i quali ogni voce, discordante su argomenti comunemente consolidati, assume tono "complottista". Ma la scienza si basa, o perlomeno dovrebbe basarsi, su prove inoppugnabili, sulla replica degli eventi, quindi sulla ripetibilità dei fenomeni. Forse che la teoria del Big Bang può dirsi avvallata da repliche in laboratorio? Di quale testimonianza diretta può godere questa, data per certa, "ipotesi scientifica"? Non sorprenda, dunque, che qualcuno da anni vada sostenendo che anche il primo viaggio con equipaggio umano, sulla Luna, possa essere stato frutto di una grande menzogna: una mise en scène realizzata sfruttando il potere suggestivo del medium televisivo e di quello editoriale. D'altronde, in merito alla credulità dell'essere umano, basterà citare le sconsiderate reazioni del pubblico statunitense allo sceneggiato radiofonico trasmesso il 30 ottobre 1938 dalla CBS - "War of the Worlds" - interpretato da Orson Welles: se un racconto fantascientifico aveva indotto gente al suicidio, per quanto convinta di una invasione aliena, far intendere alla popolazione come reale il viaggio dell'Apollo, utilizzando video e fotografie, sarebbe stato molto più semplice. Chi è sicuro che l'evento in questione si è per davvero verificato, forse dimostra un "fideismo" non inferiore a coloro i quali ne negano la possibilità, essendo simile a quello stesso atto di fede che ci fa varcare il portone di una chiesa ogni domenica mattina. Massimo Mazzucco, giornalista non allineato e in grado di ragionare partendo da dati di fatto (non imposti dal pensiero ortodosso), decide di approfondire le voci di coloro che evocano, in merito alla vicenda, la possibilità di un grande bluff. Primo fra tutti, Bill Kaysing, che già 50 anni fa metteva in dubbio la verità sull'impresa dell'Apollo 11. Questo affascinante documentario, al di là di come ognuno di noi si sia finora posto di fronte alla questione, analizza i fatti a favore e quelli contro il fatidico viaggio lunare. Tre ore e mezzo di durata: tempo durante il quale viene ripercorsa "storicamente" la sfida lanciata da Kennedy (il Presidente annunciava che entro il decennio gli americani avrebbero posto piede sulla Luna) approcciando la materia sia da un punto di vista teorico, sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto si vista analitico.

 

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Quattro fotografie sbiadite e un video andato perso (assieme ai fondamentali dati di telemetria!), hanno convinto spettatori e lettori dell'epoca sulla realtà della missione Apollo 11

 

Le prove a sostegno dell'allunaggio sono messe in discussione: le pietre lunari potrebbero benissimo essere frutto di un impatto terrestre con frammenti di roccia della superficie lunare, avvenuto realmente ben prima del 20 luglio 1969; i retroriflettori (specchi che sarebbero stati lasciati sul satellite, usati come bersaglio per raggi laser inviati da stazioni a Terra) dimostrano solo la validità di un esperimento di rifrazione già effettuato dall'uomo nel XIX° secolo; le fotografie della NASA che mostrerebbero tracce della missione potrebbero benissimo essere frutto di fotoritocchi. Anzi, è proprio analizzando la documentazione ufficiale, rilasciata dall'ente aerospaziale, che sorgono i maggiori dubbi al riguardo. A cominciare dal sospetto funzionamento di macchine fotografiche e telecamere poste a temperature inaffrontabili sul suolo lunare e pellicole sottoposte a radiazioni che non presentano danni, proseguendo con rifrazione di ombre non corrette, fonti di luce innaturali, movimenti di bandiere americane in assenza di gravità, allunaggi senza spostamento di sabbia, presenza di umidità sul suolo lunare. Senza contare le fasce di Van Allen, ancora oggi un problema per una missione che tenga conto di inviare esseri umani sulla Luna. American Moon propende per l'ipotesi del falso, architettato da una nazione che doveva, agli occhi del mondo intero, mantenere una promessa fatta. La promessa, per lo meno da intendersi come "spettacolare", è stata mantenuta. Credere che quanto ci è stato sottoposto in visione corrisponda a un evento reale, diventa più difficile dopo essersi posti le 42 domande che propone l'autore, in cerca di risposte che difficilmente potranno mai giungere per dare certezza sulla veridicità del viaggio (con equipaggio umano) lunare. Potrebbe poi restare valida una terza ipotesi: quel fatidico 20 luglio 1969 sulla Luna gli americani ci sarebbero stati, ma quello che ci è stato proposto come documentazione, sottoforma di foto e video, non corrisponde al vero. Una cosa è sicura: Armstrong, Aldrin e Collins, i primi "esseri umani in missione sul satellite", hanno platealmente rifiutato di giurare di aver preso parte a questo "fantastico" viaggio spaziale.

 

 

NOTA

 

[1] "Non siamo mai andati sulla Luna - Una beffa da 30 miliardi di dollari" (Cult Media Net edizioni), pag. 177.

 

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American Moon: i potenti mezzi della scienza utilizzati per un viaggio spaziale pari a 384.400 Km di andata (e altrettanti al ritorno): ritoccati con carta stagnola e nastro adesivo!

 

"C'era una luce rossastra, scesi fuori intirizzito e scassato; tra le nuvole basse era spuntata una fetta di luna che pareva una ferita di coltello e insanguinava la pianura. Rimasi a guardarla un pezzo. Mi fece davvero spavento."

(Cesare Pavese)

 

American Moon (Massimo Mazzucco, 2017)

 

F.P. 30/08/2023 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 215'22")

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