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Went Up the Hill

Regia di Samuel Van Grinsven vedi scheda film

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La recensione su Went Up the Hill

di alan smithee
5 stelle

Dacre Montgomery, Vicky Krieps

Went Up the Hill (2024): Dacre Montgomery, Vicky Krieps

42TFF: FUORI CONCORSO

Jack è un giovane uomo che torna nella sua nativa Nuova Zelanda per prender parte al funerale della propria madre naturale, che non volle allevarlo e che, per tale motivo, fu affidato molto piccolo ad una famiglia affidataria.

Nella modernissima e inquietante magione materna, il ragazzo non può fare a meno di incrociare, per la prima volta, la vedova di sua madre, ovvero la ben più giovane Jill (Vicky Krieps).

Tra i due si instaura un rapporto di attrazione controverso, tormentato soprattutto dalla presenza, sempre più invadente e disturbante, della fantasma della genitrice e compagna dei due. Entrando nei corpi di ognuno dei due per comunicare con l'altro, la defunta riuscirà a tenere sempre al centro dell'attenzione la sua diabolica e controversa figura, disturbante ancor più da defunta che da viva.

L'opera seconda del giovane regista neozelandese Samuel Van Grinsven, che fa seguito all'apprezzato esordio del 2019 con Sequin in a Blue Room, è un lavoro visivamente molto affascinante, complici le geometrie ardite, fredde quanto suggestive, di una magione che ricorda la freddezza dei castelli shackespeariani o certe atmosfere inquietanti di alcuni capisaldi del cinema di Bergman.

Un pseudo-horror più psicologico che concreto, capace di giocare sui capricci maligni di uno spirito che è il degno successore di un personaggio controverso che la trama ci svela solo per minimi particolari, cercando di giocare sul mistero per guadagnare pathos.

L'operazione funziona solo in parte, divenendo il film più un'opera formalmente interessante, che intrinsecamente convincente.

Attori noti internazionale come Vicky Krieps, nel ruolo della giovane moglie della defunta, e il divetto di blockbuster Dacre Montgomery, danno possibilità di più facile circolazione ad un film che, a parte i risultati artistici, ha il merito di non lasciarsi influenzare da facili indulgenze narrative, proseguendo il suo percorso complesso tra gli umori di uno spirito dai comportamenti davvero minacciosi e difficilmente preventivabili.

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