Regia di Billy Wilder vedi scheda film
La scrittura criptica di Chandler si ammorbidisce al contatto con quella di un regista proveniente dalla commedia (era stato assistente di Lubitsch) come Billy Wilder, qui al suo primo capolavoro. "Double indemnity" è un noir da inserire nell'antologia del genere, con un inizio che, come successivamente "Viale del tramonto", mette lo spettatore subito a contatto con un delitto già avvenuto, che verrà narrato tutto in flashback. Una struttura con pochi personaggi, ma dalle mille possibilità narrative, sfrutta uno schema simile a quello del postino che suona sempre due volte (anche questo film, come quello di Garnett, deriva da un romanzo di James M. Cain). Messa a punto una sceneggiatura di ferro, Wilder e l'operatore John F. Seitz lavorano con campi e controcampi, per suggerire allo spettatore i possibili e probabili sviluppi della vicenda (il vecchio Dietrichson è da subito descritto come la vittima designata). Il regista galiziano si dimostra sapientissimo nello scegliere e nel dirigere gli attori, tra i quali si segnalano, più del perticone Fred MacMurray, l'ineguagliabile Edward G. Robinson e una dark lady archetipica come Barbara Stanwyck.
Se il grande Emmanuel Goldenberg da Bucarest, Romania, meglio conosciuto come Edward G. Robinson, fosse ancora tra noi e se io fossi un regista, gli farei fare un film sul ministro Brunetta.
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