La recensione su Old Dads

di mck

7 stelle

Incazzato come un bestia (by David Ottolenghi).

Luoghi comuni fuori tempo massimo [Nigger? Faggot? Cunt? No: NFT. Anche se per giustificare il significato latentemente ulteriore dell’acronimo dei Non-Fungible Token – in attesa del "TreeHouse of Horror XXXIV", il 755° (35x05) ep. di “the Simpsons” – sarebbe servito un Twat al posto del Cunt, ma va beh!] contro il logorio della vita moderna, ovvero: un bel filmino (a tesi: ahi!) di Bill Burr, da lui diretto (al suo esordio dietro la MdP), scritto con Ben Tishler, interpretato innanzitutto con i grandiosi Bobby Cannavale (“BoardWalk Empire”, “Vinyl”, “Blue Jasmine”, “the IrishMan”, “Blonde”) e Bokeem Woodbine ("Saving Grace", "Fargo", "Queen & Slim"), e poi con un gran bel resto del cast composto da Katie Aselton, Reign Edwards, Jackie Tohn, Miles Robbins, Rachael Harris e C. Thomas Howell (“E.T.”), con in più una particina uberista per Bruce Dern (Silent Running, Family Plot, the Driver, Big Love, Nebraska, the Hateful Eight, Once Upon a Time in… Hollywood) e un cameo per Rory Scovel (“Physical”), fotografato da Sean McElwee, montato da Patrick J. Don Vito & Adriaan van Zyl, musicato da Christopher Willis, prodotto da Miramax e distribuito da Netflix.

Prima o poi bisogna arrendersi: non solo è lecito farlo, ma necessario.

Diciamo solo che “Sei talmente fredda che quando apri le gambe si sente l’inno della Germania dell’Est” poteva dirla una via di mezzo fra Gabriele Cirilli e Dario Cassini in una puntata di Zelig Circus del 2003, ma messa in bocca – eh-eh – a Bobby Cannavale diventa poesia.

Ed ora, nonostante il fatto che l’ENEL di Cremona ne sarà molto delusa…