Regia di Nando Cicero vedi scheda film
Il genere soft core all'italiana ha delle caratteristiche indiscutibili che lo avvicinano alla spazzatura: la trama demenziale, la struttura schematica, le battute pecorecce, la recitazione pecoreccia, la gran gnocca di turno; tutti questi elementi però possono assumere una valenza positiva o negativa a seconda che il film sia un vero cesso o un bel bagno caldo nel quale sguazzare fra le bolle di sapone, "La dottoressa del distretto militare" appartiene proprio a questa seconda categoria e non è un caso che io abbia citato le bolle di sapone perchè la scena madre è peoprio quella in cui Alfredo Pea fa le bolle dal culo per colpa di Nihhh......di Nihhh....di Nihhh...no Terzo che gli ha fatto un clistere di detersivo, è qui che entra in scena la divina Edwige Fenech con il suo sguardo da dottoressa seriosa mentre tutta la camerata di giovani reclute resuscita da malattie vere e finte per dare piacere agli occhi, il tutto si ribalta nella stessa scena sognata da Pea che questa volta veste i panni del dottore mentre Edwige scoppia di salute vestita solo di un paio di slip rosa: ha una pelle che sembra levigata con il latte concentrato, due seni puntati verso la luna che mettono in discussione la legge di Archimede e un sex appiglio così uncinante che il mio gatto ha cominciato a miagolare al televisore mentre il film procedeva.
Lo slip rosa della Fenech è un cult
La trama è semplicissima come al solito ma si sviluppa con piacevoli situazioni: Alfredo Pea non vuole fare il servizio militare e le escogita tutte per farsi riformare, il suo mentore è il parrucchiere interpretato da Alfonso Tomas che gli da dritte su dritte per sabotare gli esami delle urine e del sangue, il suo compagno di camerata più agguerrito è Alvaro Vitali che per farsi venire l'ulcera ingurgita zampe di gallina intere e puntine da disegno, il suo nemico più acerrimo nel distretto è Gianfranco D'Angelo medico avido e psicolabile, iperteso e implacabile con i simulatori che provano ad evitare il servizio militare è a sua volta un malato mentale fidanzato con la Fenech per compassione, manda avanti una clinica per anziani prosciugandoli di ogni avere e quando Edwige gli fa notare la cosa perde il controllo, in una scena al limite del disturbante perchè D'Angelo con la sua mimica facciale sembra un pazzo psicopatico sotto l'effetto di una pera di anfetamina sovraccaricata.
Carotenuto le pensa tutte anche lui per farsi riformare, Carlo Delle Piane è l'addetto all'esame delle urine appassionato di Shakespeare e a volte fra una recita e l'altra confonde il piscio con il tè, Nino Terzo fa l'hiii...hii...infermiere in corsia che ti rimedia l'mpossibile per mille lire e Jimmy il fenomeno fa la suora, con un cast così non ti vuoi fare due risate?
Io me lo rivedo sempre volentieri per tutti i motivi elencati, soprattutto per Edwige, il soft core mi piace assai ma come detto anche qui bisogna saperci fare, non a caso ci hanno insegnato la raccolta della monneza differenziata.
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