Regia di Rob Cohen vedi scheda film
Il nuovo ordine mondiale ha bisogno di altri eroi, possibilmente senza scrupoli e con nulla da perdere. Così il James Bond della generazione xXx ha un fisico palestrato, un sacco di tatuaggi, ama le donne e gli sport purché “estremi” e salva Praga dall’ecatombe biologica facendo sci d’acqua sulla Moldava. Il film più truzzo del nuovo millennio è tutto costruito sulla fisicità del suo protagonista Vin Diesel, che a differenza dei colleghi steroidati degli anni ‘80 ha una caratteristica fondamentale per non farsi detestare dopo un nanosecondo: l’ironia. Diesel, infatti, è intelligente e sa prendersi in giro. A Hollywood uno come lui è una mosca bianca. Cosa resterà di questo film, attendendo il suo sequel? Un certo grossolano divertimento, che dribbla la pochezza siderale della sceneggiatura e dei dialoghi, nonché la ridicola definizione dei cattivi (russi fanatici del gas nervino, adesso c’è poco da ridere). Rob Cohen ha del mestiere e nell’insopportabile martellamento dei decibel riesce a inserire alcune sequenze d’azione niente male (su tutte, lo snowboarding a fil di slavina). Sarebbe un ottimo candidato per la regia del prossimo film di 007.
E Asia? È bellissima e funziona. Ma quando si doppia è un disastro.
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