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Orozco el embalsamador

Regia di Kiyotaka Tsurisaki vedi scheda film

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La recensione su Orozco el embalsamador

di undying
4 stelle

Brutale, gelido, spietato, colorato col sangue e affogato nel nichilismo: questo è il "cinema" (tra virgolette) di Kiyotaka Tsurisaki, fotografo giapponese che, a partire dal 1994, ha eletto la Morte a sua musa ispiratrice. Un documentario insostenibile, girato in Colombia, in uno dei più pericolosi quartieri di Bogotà.

 

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Documentario sulla routine quotidiana di Froilan Orozco Duarte, imbalsamatore di professione (con oltre 50.000 cadaveri trattati in 40 anni di attività) al lavoro a costi accessibili, garantendo così degna sepoltura anche ai più disadattati. Il tutto girato nel triennio 1996 - 1998, in uno dei più degradati e pericolosi quartieri della Colombia: “El Cartucho”. 

 

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Orozco el embalsamador: Orozco al lavoro 

 

Primo capitolo di una trilogia -  seguito da Junk Films (2008) e The Wasteland (2014) - composta da documentari scioccanti, completati tra il 2001 e il 2014, a cura del fotografo e regista giapponese Kiyotaka Tsurisaki, un "artista" (?) al servizio della Morte a partire dal 1994 (lo stesso anno, però, gira il porno Seifuku no furyo). Tsurisaki si è specializzato nel ritrarre cadaveri scattando foto in Thailandia, Colombia, Russia, Palestina e altrove. Orozco el embalsamador è un lavoro davvero sconvolgente, insostenibile per la durezza e la quantità di scene gore e splatter che, in questo caso, non sono frutto di effetti speciali. Ciò che appare sullo schermo è tutto vero, perciò in paurosa prossimità di confine con lo snuff. Per realizzare questo raggelante "mondo-movie" Tsurisaki ha impiegato anni, presumibilmente non meno di tre dato che le riprese iniziano nel giugno del 1996 con un incipit turistico sui titoli di testa: la telecamera percorre le vie di El Cartucho (Bogotà), in mezzo a strade piene di rifiuti e clochard abbandonati, sino a raggiungere lo squallido e improvvisato luogo di lavoro di Orozco. Prima di passare al trattamento riservato al corpo inanimato di una donna di robusta costituzione, ci s'imbatte nel cadavere, posto a vista sulla strada, di un giovane venditore di frutta. Non sapremo mai nulla delle vicende che stanno a monte di queste persone, la cui vita si è interrotta così bruscamente e in maniera tanto violenta. Da qui in poi, per oltre ottanta minuti, Tsurisaki si concentra sull'attività di imbalsamazione di Orozco (all'opera su donne, uomini e bambini), alternando sequenze prive di anima e ricolme d'orrore: corpi umani mentre vengono "svuotati", sballotati come inermi manichini, compaiono sullo schermo alternati a cadaveri lungo le strade e persino in prossimità dei parchi giochi (con fanciulli che assistono incuriositi). Orozco è deceduto durante le riprese, nel febbraio del 1998, a seguito di un'ernia degenerata in peritonite, provocata dal lungo e irrefrenabile lavoro di imbalsamatore.

 

b859c871b9dbee7b1fb4965c8239c8bfOrozco el embalsamador: scena

 

Orozco el embalsamador è diventato celebre solo in anni recenti, attorno al 2021 addirittura virale su TikTok. In Italia è stato distribuito recentemente, con sottotitoli, dalla TetroVideo in un cofanetto comprensivo dei due successivi documentari girati da Tsurisaki. È un'opera di una acidità estrema per quanto rude, perciò difficile da seguire: senza chiudere gli occhi diventa impossibile resistere sino alla fine. La visione è assolutamente sconsigliata alle anime sensibili e ai più impressionabili. Al di là del suo rappresentare le "Facce della Morte", in maniera nuda e cruda, Orozco el embalsamador ha poco o nulla a che vedere con il cinema, essendo frutto di un lavoro cinico e poco artistico, eseguito senza rispettare i canoni standard. Non è di fatto una produzione, propone riprese effettuate in tempi diversi e con differenti mezzi senza seguire una sceneggiatura vera e propria. E gli interpreti, purtroppo, eccezion fatta per Orozco, non crediamo avrebbero dato il loro consenso a essere filmati in quelle condizioni. 

 

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Orozco el embalsamador: Froilan Orozco Duarte

 

"Mi è stato insegnato ad affrontare ciò che non posso evitare. La morte è una di quelle cose. Vivere nella società tentando di non guardare la morte è stupido perché guardarla ci fa ritornare alla vita con maggior vigore ed energia. Il fatto che i fiori non durino per sempre è ciò che li rende belli."

(Damien Hirst)

 

N.B.: il seguente video è riservato solo ed esclusivamente a un pubblico adulto 

Orozco el embalsamador (Kiyotaka Tsurisaki, 2001)

 

F.P. 26/08/2023 - Versione visionata in lingua spagnola (durata: 92'05")

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Ultimi commenti

  1. Qualcunocheadorailcinema
    di Qualcunocheadorailcinema

    Un film crudo e disgustosamente realistico. Ti fa respirare tutto lo sporco e il marcio nel quale il protagonista è costretto a lavorare. Può non piacere a tutti, ma a me personalmente è piaciuto tantissimo

    1. undying
      di undying

      Sicuramente non è esagerato dire che un film così non si era "mai visto" prima (nulla a che vedere con i pur angoscianti mondo alla Jacopetti). Posso capire che in fondo abbia un suo perché. Io confesso che l'ho visto quasi tutto guardando da un'altra parte. Adoro l'horror ma solo quando è trattato nella finzione.
      Ciao e grazie per il commento.

    2. Qualcunocheadorailcinema
      di Qualcunocheadorailcinema

      In effetti non hai tutti i torti. Anch'io, se devo dirlo sinceramente, ho un po' storto il naso in certe sequenze (diciamo tutte quelle in cui le salme vengono imbalsamate), anche se a dire il vero ho trovato ben più disturbanti certe altre scene in altri mondomovies, come per esempio le vere uccisioni ai danni degli animali in "Cannibal Holocaust" di Deodato

    3. undying
      di undying

      A me hanno dato molto fastidio anche le tante sequenze con cadaveri lungo le strade. Il sangue qui è vero. Poi sì, nei mondo e in altri film (tipo i cannibal movie) la violenza effettuata su animali appare gratuita e altrettanto indisponente...

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