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Torment

Regia di Adam Ford vedi scheda film

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La recensione su Torment

di undying
6 stelle

Il secondo capitolo della "Trilogia della Morte", prodotta da Domiziano Cristopharo (preceduto da Sacrifice e seguito da Xpiation), propone un viaggio allucinante nella mente perversa di un serial killer ripreso durante la messa in atto di una violenza (anche sessuale) parossistica.

 

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Terminata una prestazione sessuale mercenaria, un ragazzo (Rikky Fiore) approfitta dello stato di sonno profondo in cui è sprofondato il suo corpulento cliente (Matteo De Liberato), iniziando a curiosare nella casa dell'uomo. Scopre una manciata di dollari e un pò di droga ma la sua attenzione viene ben presto rapita da sospiri, gemiti, lamenti che sembrano arrivare da una stanza inaccessibile, per via di una porta sbarrata. Non ha tempo di scoprire di più dato che quel viscido cliente, giunto alle sue spalle, lo colpisce violentemente facendogli perdere i sensi. L'aggressore è un serial killer, la cui fonte di eccitazione principale consiste nel torturare le sue vittime per poi, una volta decedute, trasferirne i cadaveri in uno squallido, allucinante, sotterraneo. Qui conserva come reliquie parti dei corpi che più ha saputo apprezzare quando le vittime erano ancora in vita, proseguendo poi, oltre la morte, a riservare loro una perversa forma d'amore maniacale e necrofila.

 

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Torment: Matteo De Liberato 

 

"Too Extreme for Mainstream" è la significativa etichetta di una serie di lungometraggi (non solo) horror avviata a partire dal 2019, proposta dalla casa di distribuzione Unearthed Films. In questo progetto, ad esempio, rientra anche il controverso The Profane Exhibit, (AA.VV., 2022). Domiziano Cristopharo (regista tra i tanti di Hyde's Secret Nightmare, Red KrokodilBlue Sunset), intenzionato a proseguire un percorso artistico controtendenza, perciò molto interessante, ha scelto di produrre e/o dirigere opere estreme, oltraggiose ma girate con stile, particolarmente curate in fase di post produzione al di là dei budget ridotti, capaci di colpire per l'audacia di situazioni e sequenze che si spingono veramente "oltre". Partendo dal presupposto che queste opere non verranno mai distribuite per via ufficiale dello streaming e/o nella catena home video tradizionale, Cristopharo ha scelto di travalicare i limiti del mostrabile per offrire esperienze di visione sicuramente avvolgenti, terrificanti ma anche, in particolar modo, emozionanti. In poche parole, indimenticabili. Torment, secondo capitolo della “Trilogia della Morte” concepita da Domiziano nel 2017 ma distribuita in momenti diversi (è anticipato da American Guinea Pig: Sacrifice, diretto da Poison Rouge e seguito da Xpiation, per la regia dello stesso Cristopharo), è stato ispirato molto liberamente dalla figura del serial killer "Pogo the Clown", ovvero John Wayne Gacy (i titoli di testa e coda, sviluppati con sullo sfondo disegni di un pagliaccio, si basano su alcuni schizzi realizzati dal killer) e presenta non pochi motivi di interesse a cominciare dal fatto che - pur essendo stato girato in Slovenia con soli 10.000 dollari - si avvale del contributo tecnico dello stesso Cristopharo, coinvolto come sceneggiatore (assieme all'esordiente Likov Mitoloskih), operatore alla macchina e tecnico della fotografia. La particolarità di questo impressionante lavoro consiste nell'applicazione di una vera e propria filosofia d'autore, che possiamo riassumere in tre punti:

 

- 1) il minimalismo del set diventa un argomento di forza grazie all'utilizzo di faretti colorati che contribuiscono, con l'aggiunta di visionarie sequenze oniriche, a rendere suggestiva e di grande impatto emotivo l'ambientazione;

- 2) per rendere maggiormente straniante l'esperienza della visione gli autori decidono di accantonare i dialoghi, sostituiti per tutta la durata dalla coinvolgente colonna sonora di Mauro Crivelli;

- 3) il "torture porn", sottogenere di appartenenza di Torment, deve intendersi in senso letterale.

 

Non a caso a dirigere il film troviamo Adam Ford, attore hard al debutto dietro la macchina da presa con un film porno, Rebecca e Luna - La nostra prima volta (2016). Pertanto in questa assurda, grottescamente feroce, ma assai verosimile rappresentazione di un serial killer omosessuale in azione, non mancano i due elementi fondanti il filone: violenza e sesso. 

 

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Torment: scena

 

Ford dirige pochi attori ma perfettamente calati nei ruoli (con l'eccezione della prima vittima interpretata da Marco Pielich); impressionante appare l'immedesimazione di Matteo De Liberato nei panni del killer, al pari di quella di Ricky Fiore, inerme vittima stuprata a ripetizione: al riguardo non mancano dettagli di penetrazione anale, subìta in via eccezionale tramite dita e oggetti (dildo, bottiglie e coltelli). A differenza dello standard, stavolta la sceneggiatura non si sofferma sulla psicologia dell'assassino, non racconta dei suoi rapporti umani, dei matrimoni, del suo (appagante) inserimento sociale. Non si cerca qui di giustificare o comprendere le ragioni che hanno dato origine a un mostro. Al contrario si sceglie di mettere in luce, con agghiacciante distacco, un compendio delle azioni sessuali e delittuose, cercando di vivacizzare al massimo la regia (sconvolgenti alcuni punti macchina, a dir poco inusuali, tipo quelli con l'obiettivo all'interno del rètto) e lo squallido set, idoneo riflesso esteriore dell'anima nera- non priva di cedimenti morali e sensi di colpa - del perversissimo clown. Quelli che dovrebbero essere i limiti del lungometraggio (attori sconosciuti, narrazione che procede per sole immagini, nudi integrali maschili, penetrazioni sanguinarie, evidenza di peni e "pisciate adosso per la paura") finiscono per provocare un senso di decadenza, di disagio amplificato dal fatto che l'azione mai scade in una messa in scena volgare in senso stretto e che, stranamente, riesce a catturare il nostro sguardo facendosi seguire con attenzione pur provocando un senso di repulsione, avversità, all'intollerabile violenza in corso. Torment non lo si dimentica facilmente, al contrario le sue immagini restano fisse nella mente riuscendo a turbare ben oltre la visione, tornando a inquietarci sottoforma di incubi durante i sonni più agitati. 

 

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"C’è scritto di peggio, se vogliamo, e in modo anche più esplicito. Non sui matrimoni ovviamente, che nessuno ha mai pensato che potessero esserci duemila anni fa. C’è scritto che l’omosessualità è un abomìnio e una serie di altre cose, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento."

(Lucio Malan, sulla Bibbia e l'omosessualità)

 

Trailer

 

F.P. 24/08/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 74'27")

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