Regia di Yvan Attal vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Mathieu (Yvan Attal) deve il successo e l'affermazione di imprenditore edile di grido principalmente al suo amico Vincent (Guillaume Canet).
Quest'ultimo gli ha anche salvato la vita quando, una sera in cui era invitato con la moglie a casa dell'amico, l'uomo si accorge che un ladro sta minacciando la coppia di padroni di casa e lo immobilizza. Quell''episodio rinsalda una già forte amicizia che si traduce in successi lavorativi davvero brillanti in Costa Azzurra. Quando però Mathieu scopre che Vincent ha una giovane amante (Alma Jodorowsky), e cerca di aiutare l'amico a risolvere la crisi coniugale conseguente, il fatto di innamorarsi pure lui della bella giovane donna, non fa che complicare le cose.
Ma quando Mathieu scopre che l'amante continua a preferirgli Vince ti, in un alterco finisce per uccidere inavvertitamente la giovane. Costretto alla fuga, faciliterà la polizia a trovare, come prima indiziata, la moglie di Vincent (Maïwenn), già nota per essersi scagliata con forza contro la giovane amante del marito.
Devastato dal dubbio se costituirsi o farla franca, tormentato dal verificarsi di una ulteriore disgrazia fortuita, Mathieu finirà per fare una scelta radicale.
Impegnato nella sua nona regia di in lungometraggio, l'attore celebre ed apprezzato Yvan Attal si concede al giallo e dirige un thriller ambientato nel mondo dei ricchi che si ritrovano costretti a piangere quando al successo che li assiste, si aggiunge il desiderio per il proibito e l'invidia che riesce a dividere un'amicizia a prova di calamità naturale. Forte di un cast di nomi prestigiosi, tra cui si annovera anche la bella attrice canadese Marie-Josée Croze, bel ruolo di moglie di Mathieu-Attal, e il giovane Victor Belmondo, quasi identico al famoso padre, Un coup de dès (letteralmente "Un lancio di dadi") si rivela un giallo piuttosto deludente per le soluzioni ovvie ed un po' banali che finisce per imboccare nella soluzione dell'intrico sentimentale che oppone due famiglie e due amici per la pelle.
Fotografia patinata, ambienti chic quasi scontati, fanno da mesto contorno ad una storia che non rivela mai fulminante o degna di sorprese in qualche modo galvanizzanti.
Personaggi banali e visti mille volte non riescono a risultare per nulla empatici, nonostante la professionalità fuori discussione delle star coinvolte nel progetto.
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