Regia di Jessica Palud vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 77 - CANNES PREMIÈRE
Figlia illegittima dell'attore Daniel Gélin (nel film interpretato da Yvan Attal), una Maria Schneider poco più che adolescente rimase affascinata sin da giovanissima dal cinema e convinta di poter avere delle possibilità di sfondare, una volta che il celebre genitore fosse in grado di introdurla nei percorsi più consoni, dopo averle fatto pagare il duro prezzo di un mancato riconoscimento ufficiale, in quanto sposato con un'altra donna che non fosse la madre di Maria stessa.
Il successo al cinema arrivò dopo due sole apparizioni, quando di scelta da Bernardo Bertolucci (interpretato in modo pertinente da Giuseppe Maggio) come protagonista del.cintroverso Ultimo tango a Parigi, condividendo la scena con l'attore degli attori, ovvero niente meno che Marlon Brando.
Il film biografico di Jessica Palud si concentra sulla controversa e scabrosa vicenda legata proprio alla scena clou del film, ovetto a quella della violenza sessuale ed iniziazione tramite utilizzo del burro.
Una scena studiata all'ultimo momento, accettata dagli attori protagonisti ma senza che i dettagli fossero in qualche modo palesati.
Pertanto il film, vietato per decenni in Italia dopo una fugace uscita nelle sale, ma visto in massa ovunque, si rivela croce e delizia per la carriera della ventenne attrice emergente.
Un film che, da una parte, ne consacrò la fama, ma ne condizionò l'equilibrio psicologico, rendendola dipendente da droghe e altre dipendenze devastanti.
Il biopic un po' qualunque di Jessica Palud si fa forza di questa morbosità di fondo, ma resta molto in superficie, insistendo sui primi piani di una Schneider decisamente abbellita e addolcita nei tratti, che trova ad interpretarla la assai avvenente interprete rumena naturalizzata francese, Anamaria Vartolomei (apprezzata in L'événement di Audray Diwan, Leone d'Oro a Venezia 2021 e ne L'Empire, di Bruno Dumont 2923).
In fin dei conti, il ruolo più sorprendente appare quello reso da Matt Dillon, che finisce per rendere i tratti spigolosi di Marlon Brando, con un realismo a prima vista impensabile.
Per il resto il film, tratto da un libro di memorie scritto nel 2018 dalla cugina della protagonista, Vanessa Schneider, si accontenta di concentrarsi sulle pruderie legate alla famosa scena di sodomia citata sopra e non riesce a tratteggiare, se non in superficie, il trauma subito dalla ragazza, ed il caro prezzo pagato per assicurarsi una notorietà globale, ma poco consona a rendere la ragazza finalmente soddisfatta e partecipe di una carriera di attrice esplosa, ma mai realmente decollata.
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