Regia di Kevin Costner vedi scheda film
VENEZIA 81: FUORI CONCORSO
Nella seconda parte della saga che Kevin Costner intende dedicare ai pionieri e alla conquista del lontano ed insidioso West, proseguono le gesta dei personaggi che lo.spettatore ha avuto modo e tempo di conoscere nel primo, dinamico capitolo. Kevin Costner riprende il suo ruolo insieme alla maggior parte degli altri attori del film precedente, composti, per citare i principali o quelli interpretati dagli attori più noto, da Sienna Miller, Sam Worthington, Giovanni Ribisi, Danny Huston, Jena Malone, Will Patton, Luke Wilson, Isabelle Fuhrman, Thomas Haden Church e Kathleen Quinlan.
Il bene ed il male trovano sempre il modo di scontrarsi in un contesto di spazi aperti ammaliante che dà motivo ai coraggiosi pionieri di tentare il tutto per tutto per iniziare in quel posto magnifico ma anche insidioso, una nuova vita di fatiche, ma anche di soddisfazione e realizzazione familiare.
Kevin Costner ci crede al punto da rischiare su una epopea così dilatata e costosa, che trova col secondo capitolo i tempi dilatati del serial quasi a volersi soffermare sulla onnipotenza di paesaggi e luoghi davvero incantevoli.
Di fronte all'incanto di quel territorio ostile ma irrinunciabile, ogni speculazione, ogni progetto di nuova vita, cerca di farsi spazio, utilizzando le ragioni di una competizione spesso impari per ottenere ognuno in obiettivo rapportato alle rispettive possibilità e ambizioni.
Costner racconta la nascita del desiderio di realizzazione del sogno americano, che nasce dalla barbarie e dalla violenza fino a creare una nazione spesso idealizzata da troppa retorica, ma anche forte di proprie risorse e capacità di distinguersi.
Mai come in questo secondo capitolo ci si trova dinanzi ad una storia di passaggio, che serve da trampolino per i due episodi risolutivi di una storia espansa e dilatata per ragioni di epica e di grandeur da un regista ambizioso ma anche in grado di dirigere un vero colossal coraggioso, controcorrente ma voluto con tutto il cuore e tutta l'anima.
E le tre ore e dieci di durata comunque scorrono, senza un inizio né tantomeno una fine, ma nella convinzione di prender parte ad un gigantesco affresco sulla nascita di una nazione piena di contraddizioni, ma pur sempre bellissima.
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