Regia di Richard Quine vedi scheda film
La trasferta londinese del mitico Tenente Colombo somiglia ad una partita di Cluedo, sono presenti tutti i personaggi del tipico giallo inglese e abbondanti stereotipi su Londra e sui londinesi in genere, ma dosati con il consueto tocco ironico caratteristico della serie. La regia si limita a dare briglia sciolta al grande Peter Falk che, non più nel suo ambiente naturale americano, enfatizza ancora di più la sua maschera di (finta) inadeguatezza al cospetto del tipico (e leggendario) “aplomb” del londinese medio; le gag e i gustosi duetti verbali si succedono in un turbinio misurato ma coinvolgente che non lascia scampo. I coprotagonisti sono parimenti impeccabili: il gigione Richard “Ismaele” Basehart (nei panni dell’attore classico Nicholas Frame), la spumeggiante Honor “Goldfinger” Blackman (che interpreta sua moglie Lilian Stanhope), il serafico Wilfrid Hyde-White (attore che, insieme a David Niven, sembra nato per interpretare o un lord o un maggiordomo), il baffuto Bernard Fox (perfetto e serioso commissario di Scotland Yard) ed il simpatico e macchiettistico Arthur Malet (nei panni del custode del teatro). La ragione mi imporrebbe di dare la sufficienza ad un prodotto comunque paratelevisivo, con qualche incertezza nella soluzione e nelle scelte sceneggiative, ma il cuore, dopo l’ennesima visione e dopo aver rivisto la sequenza del nostro uomo con l’impermeabile perennemente stazzonato seduto su una panchina, con accanto un barbone, mentre sfoglia un giornale con la scritta a caratteri cubitali “L’assassino è il maggiordomo”, mi fanno propendere per 4 stelle piene di affetto.
Teatrale
Ordinaria.
Leggendario.
Gigione e sopra le righe.
Euforica.
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