Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
La storia del sommergibile russo K-19, orgoglio della marina CCCP, del guasto al reattore e della disgraziata lotta dell’equipaggio per non farlo inabissare, cedendolo in mano ai nemici americani.
Difficile credere che questo mesto polpettone sia opera della Bigelow, sinonimo per me di adrenalina pura.
Immersione emersione, temperatura che sale temperatura che scende, su e giù , giù e su….bah!
la minuziosa ed efficace ricostruzione del sottomarino non basta;
pesantemente danneggiato da personaggi senza sfumature in balia di altalene emotive che sfiorano il paradosso, il film comincia ad arrancare dopo una cinquantina di minuti per non smettere più, ripresentando lo stesso modulo narrativo a ripetizione, ed ostentando un certo manicheismo nel rappresentare i valori del regime.
Harrison Ford e Liam Neeson non fanno nulla per limitare i limitare i danni, an-
-ch’essi imprigionati in una sceneggiatura che sarà pure aderente al reale ma che ne banalizza le caratterizzazioni. L’incontro tra i due, avvenuto trent’anni dopo, ed il brindisi con i sopravvissuti è un momento scult memorabile oltre che patetico.
C’è molto meglio in fatto di sommergibili, senza scomodare “Caccia a Ottobre Rosso”. L’ultimo arrivato (di Kevin MacDonald, buon regista ma non all’altezza della Bigelow) “Black Sea” vince facilmente il confronto.
Delusione
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