Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film
Tra Fellini, Hitchcock, Lynch e Ciprì & Maresco con una spruzzata di Argento. Jodorowsky è più interessato a mettere in scena i moventi dell'inconscio che ad indagare sulla fenomenologia del cinema. Almeno, a me sembra. Rifiuta i codici convenzionali della narrazione e della messa-in-scena. Gioca programmaticamente al cinema come potrebbe farlo un bambino impegnato a disegnare, con lo stesso entusiasmo. Quindi cerca di stare lontano da tutte le sovrastrutture culturali che tendono all'omologazione del gusto estetico. Chiaramente non potrà mai essere compreso dal pubblico di massa svezzato dai media generalisti. Anche Hitchcock e Kubrick avevano lo stesso spirito ludico, ma a differenza loro io noto in Jodorowsky una minore attenzione alla composizione dell'immagine. I temi sottesi sono, però, ugualmente alti. Si parla dei devastanti effetti della religione sulla psicologia umana e sul doloroso processo per liberarsene. La religione (dogmatica ed integralista) è la radice dei peggiori comportamenti distruttivi. Il confronto tra l'alto prelato della chiesa ufficiale e le adepte di 'Santa Sangre' è quanto mai illuminante e rappresentato in maniera ironica. 'Il bue dice cornuto all'asino'. Per riderne, però, occorre aver sviluppato un certo grado di coscienza, il cui raggiungimento è ostacolato dalle istituzioni sociali addette alla trasmissione di un sapere propedeutico alla conservazione, sopravvivenza delle istituzioni stesse, o del potere. Malgrado tutto, il cinema di J. merita tutta la nostra stima poiché è libero, onesto e generoso - non preoccupato della carriera professionale.
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