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Era mio padre

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su Era mio padre

di port cros
8 stelle

Road To Perdition è stata la conferma della bravura registica di Sam Mendes: un gangster movie dal respiro classico sui rapporti tra padri e figli, che vanta un cast eccezionale (ultima interpretazione memorabile di Paul Newman) ed una fotografia da Oscar nelle scene di pioggia.

Dopo il trionfo di American Beauty, Sam Mendes cambia coraggiosamente genere e realizza un gangster movie nell'America del proibizionismo, tratto dalla graphic novel Road To Perdition di Max Allan Collins.

Più che le attività criminali, a Mendes interessa mettere a fuoco il rapporto tra padri e figli ed il passaggio di testimone tra i primi ed i secondi, che, in un ambiente come quello raffigurato, rappresenta necessariamente il prolungarsi di un ciclo di violenza, sopraffazione e criminalità, che invece il protagonista Mike Sullivan (Tom Hanks) si rende tragicamente conto quanto sia necessario spezzare, preservando il figlio Michael da un destino apparentemente segnato.

 

 

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Nel film seguiamo le dinamiche di tre coppie padri-figli: la principale è quella Mike e Michael Sullivan, poi c'è quella formata dal gangster John Rooney (Paul Newman) e dallo sfrenato figlio Connor (Daniel Craig) ed infine quella, non biologica ma affettiva, tra John Rooney e Mike Sullivan.

Il vecchio gangster ha infatti cresciuto alla criminalità Mike, che rappresenta il suo più fidato “collaboratore” e che lo venera come un mentore. Quando però il giovane Michael per infantile curiosità diventa involontario testimone delle loro attività criminali, il geloso e viscido Connor utilizzerà strumentalmente la necessità di proteggere i segreti di famiglia per scatenare una crudele vendetta contro il “fratello rivale” e la sua famiglia. Da questa tragedia prenderanno le mosse la fuga di Mike e Michael verso Perdition e la presa di coscienza del padre, pur intenzionato a vendicarsi, della necessità di sottrarre il figlio alla spirale di violenza del gangsterismo.

 

 

 

 

Il film gode innanzitutto di un cast eccezionale. Tom Hanks, per una volta in un ruolo non completamente di “buono”, cesella un Sullivan duro e spietato ma al contempo padre sinceramente affezionato al figlio. Paul Newman, nella sua ultima interpretazione memorabile, giganteggia come padrino tragico e patriarcale. Jude Law rende con efficacia i tic e le espressioni stralunate del suo strambo killer “fotografo di cadaveri”. Meritano una menzione anche Daniel Craig e Stanley Tucci (il complice di Al Capone Frank Nitti) oltre al giovanissimo Tyler Hoechlin nel ruolo di Michael.

 

 

 

 

Dopo il folgorate esordio che gli valse diversi Oscar, Road To Perdition (titolo originale anche del film) dà una ulteriore conferma della bravura registica di Sam Mendes, che sa costruire le inquadrature e muovere la macchina da presa con grandissima cura per il dettaglio, abilità ed originalità. Ad esempio, in una memorabile scena, riassume la serie di rapine compiute da Sullivan ai danni delle banche dei gangster in una straordinariamente fluida carrellata che scorre da sinistra a destra. Mendes sa anche dosare con intelligenza la violenza presente nel film: la maggior parte dei numerosi omicidi è mostrata indirettamente o non mostrata affatto, ma suggerita con una scelta di inquadrature che trasmettono appieno la brutalità della violenza senza ostentarla (o mostrandola con una certa distanza, magari riflessa in uno specchio visto da un'altra stanza). Ma quando vuole, Mendes sa anche come spruzzare di sangue un illusorio idillio. Il film ha un ritmo pacato ma costante e la volontà manifesta di Mendes è quella di ispirasi, omaggiandolo, al cinema hollywoodiano classico, anche proprio del genere gangster.

 

Risultati immagini per road to perdition

 

Non si può non dedicare un paragrafo alla fotografia, ultima opera del cinematographer Conrad L. Hall, deceduto al termine delle riprese ed a cui il film è dedicato. Road To Perdition è caratterizzato da innumerevoli sfumature dei colori scuri, con pochissimi colori vibranti, mentre le immagini sono sommerse da un'ombra soffice, con gli sfondi che tendono a svanire nell'oscurità, da cui in alcune scene i personaggi emergono come da un abisso. La luce prevale solo nel finale sulla spiaggia dell'immaginaria Perdition. Praticamente impressionante è la resa delle scene sotto la pioggia, di cui è presente più di un esempio: ben meritatamente Conrad L. Hall vinse un Oscar postumo nel 2003 per questo film.

 


 

 

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