Regia di Sam Mendes vedi scheda film
E'innegabile pensare che l'acclamazione ubiquitaria della sua opera prima,quell' American Beauty che sbancò alla cerimonia di consegna degli Oscar e al botteghino,al'epoca mise molta pressione sul giovane Sam Mendes.Del resto molto spesso l'opera seconda di un regista è più importante della prima per il proseguio della carriera.Era mio padre rilegge un genere complicato da codificare come il gangster movie innestando altre tematiche ricorrenti in certo cinema americano:se il padre è citato nel titolo bisognerebbe fare altrettanto con i figli e i vari complessi edipici più o meno sottintesi,palando di famiglie mafiose dovremmo estendere il concetto di padre che non diventa più solo donatore di genetica ma può essere sostituito più o meno degnamente dall'affetto che si può provare per il proprio datore di lavoro.E'questo il cuore pulsante del rapporto tra Hanks e Newman in questo film:per il vecchio patriarca Hanks è il figlio che non ha mai avuto,quello che ha è decisamente il figlio sbagliato,per Hanks il vecchio patriarca(mafioso) è da trattare comunque con una deferenza che va oltre il rapporto lavorativo,quasi il rispetto che si porta a un padre.Mendes sembra interessato più a sviscerare questo rapporto rispetto alla complicità tra padre e figlio che nasce sulle strade dell'America anni '30,in giro a consumare il piatto della vendetta.Un circolo vizioso di soldi e morte che non può terminare in modo diverso..Nella maniera già enunciata dal titolo originale.Perchè allorchè il padre di famiglia,killer di nascosto(i suoi cari non sanno nulla), ingaggia la lotta contro la criminalità organizzata per vendicare moglie e l'altro figlio è subito chiaro che non potrà tornare indietro,la sua road to perdition è a senso unico.Mendes lavora in modo certosino sulle inquadrature che spesso non sono semplici scene ma veri e propri quadri in movimento.Il film abbraccia una tavolozza cromatica che va da tonalità hopperiane fino allo scarlatto acceso del sangue.Era mio padre è un film bellissimo da vedere,nel senso che appaga decisamente l'occhio.Ma gli manca l'anima,quell'epica che ha reso capolavori i primi due Padrini di Coppola o C'era una volta in America di Leone,non a caso film che sono molto più lunghi di questo.Probabilmente Mendes è costretto ad accumulare situazioni e suggestioni determinando un deciso calo dell'intensità emotiva dl film,soprattutto nell'utima parte in cui si assiste a un'asettica chiuura del cerchio,quasi senza emozione.Una vendetta troppo facilmente trovata.Giustamente premiata con l'Oscar la bellissima fotografia di Conrad L. Hall.
come illustratore non si discute
prova positiva
bravo in una parte non molto sviluppata ma incisiva
prova discreta
non male
sempre bravo
appare troppo poco per i miei gusti.
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