Regia di Sam Mendes vedi scheda film
E’ un film di genere, un gangster movie, ispirato a una storia a fumetti. Come tale, non riserva grosse sorprese, quelle che era ragionevole aspettarsi da chi aveva saputo spiazzare, al primo colpo, con il racconto dell’infelicità a schiera di American Beauty.
Le regole sono applicate alla perfezione. I riferimenti sono tanti, a cominciare da “Paper moon” e “C’era una volta in America”, ma il cinefilo troverà di che sbizzarrirsi.
Dunque, cosa rende “bello” questo film? Il romanticismo, cupo e dolente, che lo percorre dall’inizio alla fine. Il tema del rapporto padre-figlio, presente a più livelli: padri che difendono figli che li ingannano, figli che cercano l’amore e l’approvazione dei padri o che ne bramano il potere, padri disposti a tutto per i figli. O ancora, gli occhi blu di Paul Newman sotto le sopracciglia inarcate, o quelli lucidi di Tom Hanks, a sottolineare in silenzio una dolorosa consapevolezza. E infine, una violenza tenuta a bada, mai sbattuta in faccia.
Forse non c’è salvezza sulla strada della perdizione, ma un messaggio di speranza sì.
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