Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Da una graphic novel di culto,Sam Mendes torna al cinema dopo tre anni dall'Oscar per "American beauty".E lo fa con un gangster-movie che richiama molto alla memoria sia "Gli intoccabili"di DePalma(ma e'piu'mesto e non ne ha la dimensione avventurosa) e "Un mondo perfetto" di Eastwood,del quale riporta il viaggio di un adulto perduto e di un bambino affascinato e intimorito dal compagno di sventura piu'anziano;ma "Era mio padre" e'un bellissimo film sulle conseguenze della violenza e le sue regole di pregiata fattura,diretto con grande smalto visivo dal giovane regista,che realizza alcune tra le scene di grande drammaticita' migliori viste ultimamente al cinema.Composto da complessi intrecci psicologici,"Road to perdition",che non include quasi ruoli femminili,e'una dolorosa e profonda riflessione sui legami di sangue e sulla irriducibilita'del rapporto tra padre e figlio.Sospeso tra strade piovose e buie e un'America rurale e ampia,il secondo lavoro cinematografico di Mendes e'un'opera che affascina,scuote e porta lo spettatore a riflessioni di spessore:e nel prefinale,falsamente liberatorio,c'e'un nitore falsamente idilliaco e destinato ad assumere il colore rosso della violenza.Anche se la pellicola si chiude comunque su un barlume di speranza.Bravi tutti nel cast,Tom Hanks a giocare di sottrazione,Newman boss dalle braccia sempre tese ma di una cruda praticita'nel risolvere le cose,Jude Law straordinario nel ruolo del killer dall'andatura grottesca e dal marcato sadismo:fin da ora,scommettiamo che "Era mio padre" prendera'7/8 nominations agli oscar,comprese quelle per Mendes,Hanks,newman e Law,e quest'ultimo si portera'la statuetta a casa?
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