Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Dopo l'improvvisa e prematura morte della moglie, Padre Graham Hess (Gibson) lascia l'abito talare per chiudersi in un'esistenza riservata, circondato dai due figlioletti e dal fratello Merrill (Phoenix), suo vicino di casa. Se la morte della moglie era stata un "segno", di ben altri "segni" dovrà preoccuparsi l'ex predicatore: nei campi di grano prossimi alla sua abitazione cominciano a comparire enormi quanto inspiegabili cerchi e linee. A lasciarli sono stati gli alieni arrivati sulla terra.
Scritto e diretto dallo stesso regista che sembrò ben promettere con Il sesto senso, Signs è un raccontino tanto schematico quanto ridicolo che cerca di riproporre in altra chiave la formula vincente del primo film del regista di origini indiane, quella del mix tra bambini, mondo degli adulti e parapsicologia. Shyamalan punta tutto su un effetto suspence involontariamente grottesco da prima settimana di scuola del cinema: rumori, scricchiolii, porte che sbattono all'improvviso, a cui aggiunge carrellate, dolly e movimenti di macchina degni di Spielberg ma effimeri. Tutto qui?, si domanda lo spettatore, mentre implacabili si succedono gli sbadigli. Naturalmente in America è stato campione di incassi.
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