Regia di Hailé Gerima vedi scheda film
Documentario in forma di rapsodia sulla battaglia di Adua, che nel 1896 vide di fronte le truppe raccolte dall'imperatore d'Etiopia Menelik II contro quelle coloniali italiane al comando del generale Baratieri. Tra invettive, canti e poemi contro gli italiani (definiti «figli del pidocchio»), si rievoca la sanguinosa battaglia, che bloccò per un bel po' di tempo le ambizioni coloniali del Regno d'Italia. Battaglia che, detto per inciso, avrebbe dovuto sconsigliare le successive campagne belliche italiane, dall'avventura in Libia, all'entrata nella Prima Guerra Mondiale, dalla seconda conquista dell'Etiopia del 1935-36 allo sciagurato ingresso nella Seconda Guerra Mondiale.
Il film di Gerima fa parte della costruzione della storia patria ed aggiunge a questa il proprio mattoncino di leggenda, perché non è proprio vero, come dicono gli intervistati del film, che gli etiopi batterono un esercito moderno con lance e spade: innanzitutto era notevole la sproporzione delle forze in campo (centomila etiopi contro 17.700 italiani) e poi non è vero che gli etiopi fossero armati solo di lance e spade, ma 80.000 di quegli uomini usufruirono di armi da fuoco.
Ma certo non è la ricostruzione la meta cui ambisce Gerima: il suo è un poema su un momento fondamentale della storia africana, uno di quelli che fecero comprendere come l'uomo bianco non fosse invincibile. E gli italiani sempre lì, a darne per primi l'esempio.
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