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Il dottor Stranamore

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su Il dottor Stranamore

di Gangs 87
6 stelle

Ripper è un generale ma, prima di ogni cosa, un fanatico. Convinto che i comunisti stiano attuando un complotto, scatena un’offensiva che sarà l’incipit di una guerra mondiale. Il suo folle gesto porterà le più alte cariche dello stato a riunirsi per decidere sulle sorti del mondo.

 

Terminata la complicata visione dell’avanguardista pellicola di Kubrick ho pensato che solo lui avrebbe potuto dirigere un film del genere, senza dubbio non nel nostro tempo. Tra luoghi comuni non troppo espliciti ma presenti, elucubrazioni sul ruolo della donna e il forte nesso tra sesso e potere, avrebbero reso una delle pellicole meno apprezzate e più lungimiranti della sua carriera, un film ampiamente discusso dalla censura che oggi più che mai è diventata intransigente, se così vogliamo dire; il rischio era quello di finire per amputare (forse) il vero senso dell’intera pellicola pur di farla diventare politically correct. Meno male che il film ha qualche anno e coloro che all’epoca lo giudicarono giusto un riverbero di intelligenza in più.

 

Già dalle prime immagini si denota l’intenzione di Stanley Kubrick di mostrare il connubio tra l’esaltazione del potere e la sessualità: i due aerei che in aria si raggiungono ed uno introduce nell’altro una pompa di benzina, per alcuni non significano molto, per altri altro non sono se non la dichiarazione di interpretazione di quello che di li a poco andremo a vedere. Così come la giovane segretaria a letto con il capo (uno dei molti luoghi comuni di cui sopra) o piuttosto la donna pensata come strumento per ripopolare il mondo prossimo al disastro nucleare: dieci donne per un solo uomo, come solo nei migliori harem, è stata la proposta vagliata nella “sala della guerra”, luogo immaginario in cui dovrebbero accadere cose ma si reagisce solo alle cose che accadono per mano di altri.

 

E’ proprio nella “sala della guerra” che si racchiude il nocciolo della trama e la pecca dell’intera pellicola: i numerosi dialoghi, le troppe parole dette finiscono per arginare una trama coraggiosa dai risvolti comici. E’ difficile ammetterlo ma per quanto questa pellicola, nel complesso, finisca per essere avanti anni luce, non fosse per il triplo Peter Sellers, che può piacere o meno ma in questo caso è oltre ogni ragionevole dubbio impeccabile, che raggiunge l’apice con l’interpretazione del Dottor Stranamore marcata da quel suo accento tedesco e l’incontenibile amore e adorazione per il nazista germanico, tutto ciò che resterebbe non sarebbe altro che noia e parole, parole e noia.

 

L’andamento della pellicola è lento e pastoso, a tal punto che diventa difficile seguirla interamente con lo stesso interesse iniziale; migliora leggermente nell’ultima parte, per poi affossarsi definitivamente nelle scene finali di avvicinamento dell’aereo all’obiettivo da annientare, proprio quando, senza nemmeno accorgersi, lo spettatore si era auto-annientato da tempo e solo in quel momento ne prende coscienza.

 

Resta una pellicola dalla visione obbligata per capire fino in fondo il modo di fare cinema di  Stanley Kubrick, il coraggio sceneggiatoriale e la capacità di racchiudere dramma e commedia sotto un unico titolo, all’interno di una solo film. Mai nessun altro riuscì in questa impresa come lui.

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