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The Wailing

Regia di Pedro Martín Calero vedi scheda film

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La recensione su The Wailing

di PC1979
7 stelle

El Llanto è un'opera che si distingue all'interno del panorama del cinema horror per la sua narrazione stratificata e il suo approccio innovativo al genere. Diretto da Pedro Martín-Calero e scritto insieme a Isabel Peña, il film segue le storie intrecciate di Andrea, Camila e Marie, tre giovani donne perseguitate da una presenza inquietante che si manifesta attraverso un suono agghiacciante: un pianto.

Un horror psicologico e strutturato

Fin dalle prime scene, El Llanto si impone come un'opera che sfugge alle convenzioni classiche del genere. La decisione di suddividere la narrazione in tre capitoli, ognuno dedicato a una delle protagoniste, permette di esplorare profondamente le loro paure e il loro senso di isolamento. L'uso del punto di vista soggettivo rende l'esperienza ancora più coinvolgente, immergendo lo spettatore in una dimensione di ansia e inquietudine crescente.

La regia di Martín-Calero gioca con la percezione temporale e spaziale, rifiutando la linearità tipica del cinema horror tradizionale. L'effetto è quello di un incubo ad occhi aperti, dove la realtà si deforma e il confine tra sogno e veglia si dissolve.

Il terrore come espressione sociale

Uno degli aspetti più affascinanti di El Llanto è la sua capacità di trasformare il terrore in una riflessione sociale. Come afferma lo stesso regista, il film si fa portavoce delle angosce della contemporaneità, rivelando una violenza sistemica che attraversa generazioni e contesti geografici. Non è un horror che si basa su jump scare prevedibili, ma un'opera che colpisce lo spettatore con un senso di oppressione e inevitabilità.

L'ambientazione stessa contribuisce a questa sensazione: la classica casa infestata viene sostituita da appartamenti comuni, palazzi anonimi e spazi urbani in cui il terrore si insinua con una naturalezza disturbante. La tecnologia moderna, dai messaggi WhatsApp alle videoregistrazioni, diventa uno strumento narrativo che avvicina la paura al quotidiano, amplificando il senso di minaccia.

Una messa in scena raffinata

La fotografia di El Llanto gioca su una palette cromatica fredda e minimalista, con una particolare attenzione all'uso della luce e della composizione degli spazi. La scelta di non differenziare visivamente le epoche storiche contribuisce a sottolineare la continuità del trauma che lega le protagoniste.

La colonna sonora di Olivier Arson aggiunge un ulteriore livello di inquietudine: il suono del pianto diventa un motivo ricorrente, amplificato attraverso un coro di voci che si sovrappongono creando un effetto quasi ipnotico. La musica non si limita ad accompagnare le scene, ma diventa parte integrante della narrazione, evocando un senso di presagio ineluttabile.

El Llanto è un film che lascia il segno, un horror sofisticato che mescola elementi di realismo psicologico con una costruzione narrativa frammentata e sperimentale. Non si limita a terrorizzare lo spettatore, ma lo costringe a confrontarsi con un orrore più profondo, quello della memoria, del trauma e della violenza che si perpetua nel tempo. Un'opera intensa, disturbante e necessaria per chi ama il cinema dell'orrore che sa osare e innovare.

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