Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film
Meglio i nostri film italiani dello stesso genere.
Venezia di notte sa essere una città malinconica e spettrale come nessun'altra, con la sua ragnatela inestricabile e soffocante di calli, i suoi abissi d'acqua torbida, i suoi neri silenzi stracolmi di misteri. Venezia è troppo unica per poterla relegare a sfondo di un plot filmico, come invece purtroppo siamo costretti ad annotare nel film di Roeg: la Serenissima dovrebbe essere sempre protagonista pulsante e non una volgare quinta teatrale dove innestare le vicende di altri personaggi, di altri attori. Venezia viene mercificata dal regista, e non vezzeggiata come si converrebbe ad una primadonna. Il nocciolo centrale del film è peraltro davvero troppo debole e troppo poco gustoso per potersi permettere il lusso di spostare l'attenzione su di esso: perennemente sospeso fra la dimensione occulta dei sinistri presagi, quella intima di un padre e una madre sconvolti dalla perdita di un figlio, e quella da giallo all'italiana di un thriller che però non sboccia mai davvero, Roeg non sa fare una scelta di campo precisa e si tiene nel mezzo. Con l'inevitabile risultato che Venezia, sebbene scientemente marginalizzata, finisce con il troneggiare sopra tutto e tutti, e con l'essere l'unica cosa davvero degna di essere ammirata in tutto il film.
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