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Un autentico campione

Regia di Bob Rafelson vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Un autentico campione

di John_Nada1975
6 stelle

Film settantiano che più settantiano non si può, ma nei suoi aspetti più piacevoli, con un numeroso e anche splendido cast. Il migliore è Woodrow Parfrey nei panni dello zio del milionario protagonista, ormai anziano e saggio, disincantato su tutto, ma anche acuto, proposititivo e riverberante un'aria di ironia su tutto. Subito R.G. Armstrong, nerboruto ma anzianotto proprietario della palestra, debitore degli strozzini, vizioso fino all'eccesso più grottesco di ogni cosa, dalle vitamine per il culturismo, all'alcool e alle battone assoldate per l'occasione, alle ragazzine. Grande fu l'intuizione di Rafelson nel fare impersonare a Schwarzenegger praticamente sè stesso- seppure con il nome cambiato ad arte in "Joe Santo", molto diverso dai ruoli successivi,  venuto dall'Austria e doppiato in italiano da Cesare Barbetti- eccellente il doppiaggio tutto-, ruolo per cui venne premiato nel 1976 come "Migliore Attore Promessa" con il Golden Globe. Lo stesso anno in cui l'eterno rivale è nemesi Stallone, non venne preso in considerazione quale migliore interprete agli Oscar, per un certo "Rocky". Stallone lo ricorda divertito e ancora fintamente stupefatto nella intervista contenuta nel recente documentario miniserie "Arnold", con un "Ma davvero?!?", ridendo senza parole.
Bella la parte della gara finale di Mister Olympia, ottimamente scenica e fotografata, in cui vediamo anche Franco Columbu nei panni di sè stesso, e la sequenza in pre-finale con tutti i culturisti-chi solamente vestito della mutandina della competizione-, a corsa nella folla per le vie della città.
Irritante ma voluta e con buone annotazioni sulla vacuità e noia dei ricchi dell"'upper class", la sequenza della festa in villona degli amici e parenti ricchi di Jeff Bridges, e come fanno sentire fuori posto la sua ragazza "proletaria" Sally Field, e si prendono gioco per idiozia di Joe Santo/Arnold Schwarzenegger come "fenomeno da baraccone". Molto bella la sequenza con i ballerini e violinisti cajun, nel quale lo stesso Arnold può dare dimostrazione da buon austriaco menomale, di sè come violoncellista.

 

John Nada

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