Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Da un testo teatrale di Salvatore Di Giacomo, riadattato per il cinema da Eduardo De Filippo - la vera mente dell'operazione - con la collaborazione di Gino Capriolo, ecco la terza versione della triste storia di Assunta Spina, vera e propria sceneggiata napoletana ante litteram: non sarebbe sfigurata certamente una versione con protagonista maschile Mario Merola, qualche anno dopo. E invece in seguito arriverà solamente una fiction televisiva nel 2006, con protagonista Bianca Guaccero: tutt'altro da questa Anna Magnani - perfettamente in parte, ovviamente, in questa Assunta tutta impulsi e passione - o dalla Francesca Bertini, diva del muto che interpretò il medesimo ruolo in una precedente versione datata 1915. Eduardo stesso si riserva il ruolo di Michele, il protagonista maschile, mentre alla sorella Titina concede quello dell'amica di Assunta, Emilia; in ruoli minori anche il caratterista Giacomo Furia e Aldo Giuffrè. Mattoli si limita ad amministrare come ben sa fare; questo non esaltante film si segnala perlomeno per qualche accenno di neorealismo, in linea con le tendenze cinematografiche nazionali del momento, e per l'importante ruolo del dialetto napoletano nei dialoghi, spesso non facili alla comprensione per il pubblico non partenopeo. Musiche di Renzo Rossellini, mentre la relazione fra la Magnani e il fratello Roberto stava per rompersi a causa della Bergman. 4,5/10.
Napoli, inizio '900. Assunta Spina, verace popolana, viene aggredita per gelosia dall'amante Michele, che finisce in carcere. Per evitare che venga trasferito lontano, Assunta si fa amante il cancelliere del tribunale di Napoli. Quando Michele esce, però, non tarda a procurarsi vendetta.
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