Regia di Milos Forman vedi scheda film
L'esordio in lungometraggio di Milos Forman come regista ed anche come sceneggiatore (insieme a Jaroslav Papousek, che lo affiancherà anche per i prossimi Gli amori di una bionda, 1965, e Al fuoco, pompieri!, 1967). La storia è composta di pochi e semplici avvenimenti, tutto ruota attorno ad un goffo adolescente che si affaccia timidamente alla vita 'vera', quella degli adulti, e ciò che più importa è sostanzialmente l'analisi - attraverso questo sguardo 'puro', incontaminato - della società cecoslovacca dei primi anni '60, ancora fortemente influenzata dall'ombra sovietica. Che non ci sia illuminazione o presa di coscienza entro il termine del racconto, non costituisce perciò problema, anche perchè a Forman interessa il quadro della situazione, non tanto l'effettivo protagonista; il discorso verrà ribadito al femminile, in qualche modo, con il successivo Gli amori di una bionda. Anzi, attraverso le vicende di Petr ci si rende conto di quanto sia difficile la fase della crescita verso l'età adulta e di come questo scalino non possa essere abbattuto in maniera rapida o indolore. Di quanto, in definitiva, la vita quotidiana sia piatta ed insulsa, soprattutto alla luce delle altrui aspettative (il padre di Petr è un costante richiamo della coscienza, in questo senso). Premiato al festival di Locarno, L'asso di picche sarà trampolino di lancio per una grande carriera. 6,5/10.
Un adolescente viene messo a fare il guardiano di un alimentari dal padre. Nel frattempo vive le sue prime avventure con le ragazze. In ogni situazione dimostra ancora una profonda immaturità.
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