Regia di Kon Ichikawa vedi scheda film
un grande film: prototipo di tutto il cinema antibellico dei decenni a seguire; di grande ricchezza e profondita' tematica. Ci sono tutti gli aspetti del "mestiere delle armi": l'orrore, lo strazio dei corpi putrefatti e insepolti, la follia autodistruttiva, la memoria e l'oblio, la voragine che ogni guerra lascia (a livello sia materiale che psicologico) a chi l'ha vissuta direttamente. Ma e' anche un film sulla spiritualita', simboleggiata dalla musica, capace di mettere in contatto tra loro gli uomini e di disperdersi (panteisticamente) nella natura. E' una pellicola accorata, indignata e "metafisica" (il protagonista, diventato Bonzo, e' quasi un fantasma nella 2a parte e simboleggia la coscienza dell'uomo di fronte agli orrori della guerra). Stilisticamente e' una pellicola che risente del rigore ieratico e morale della cultura orientale, ma c'e' anche un occhio a Ford (etica del gruppo, amicizia virile, religione, canti ed inni, intermezzi umoristici...). In definitiva, un capolavoro senza tempo VOTO: OTTIMO
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