Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Filmone fiume imperdibile, impossibile fare una sintesi in poche lettere, leggete le recensioni.
Questo se non erro è il quarto film che mi vedo per il 1922, continuando su questo filone. Film di lunghezza eterna, 4 ore e mezza, che al tempo venne fatto vedere in due parti, a distanza di un mese una dall'altra, e che giocoforza ho veduto in più sessioni.
Dunque, il film è celeberrimo e su di esso sono stati versati fiumi di inchiostro, pertanto mi limiterò a scrivere i miei due cent.
Prima cosa, mai come fino a questo momento, un film avrebbe avuto così tanto bisogno del sonoro. Tra tutti quelli che ho visto finora, dall'alba dei tempi, questo è quello che più di tutti sarebbe stato perfetto col sonoro. Il film è molto complesso, i cartelloni con i dialoghi sono necessariamente frequenti e "pieni", con tanto testo da leggere. Sia chiaro, questo non è un suo particolare difetto, le cose stanno così e la tecnologia ancora non poteva fare altro (per pochi anni, ormai). Peccato, ma va benissimo anche così.
Continuo poi, in ordine sparso. La storia è se vogliamo sorprendente: il protagonista del titolo è una persona cattiva. Un genio del male, in pratica. Non c'è poi redenzione, anzi, il protagonista è conscio e fiero della sua malvagità e della sua superiorità. Qua, ne combina di ogni.
I personaggi sono indimenticabili. E' il primo grande film in ciò, tra quelli che ho visto. Il dottor Mabuse; l'instancabile procuratore che lo insegue per tutto il film, integerrimo; la contessa e il di lei marito; il riccone Hull, la ballerina perdutamente innamorata di Mabuse, gli sgherri. Personaggi reali, a tutto tondo. Altra cosa inaudita, durante il lungo film, alcuni personaggi SPOILER muoiono. Personaggi a cui lo spettatore si affeziona e...niente...muoiono, creando sconcerto e massima attenzione. Una pratica oggi ripresa da alcune serie tv, ma piuttosto raramente ancora oggi, nei film. Perchè mica muore uno dei personaggi, e basta...no, più d'uno!
Nel lungo film, ho trovato la seconda parte decisamente più fluida, ma in definitiva anche perchè tutti i "semi" erano stati piantati nella prima. Si cita questo film come "espressione dell'Espressionismo", se si può dire, ma io non lo direi. L'Espressionismo qua è marginale, niente a che vedere con Il gabinetto del dott. Caligari. Rimane però, nel film, uno straordinario spaccato d'epoca, un vero viaggio nel tempo, si vive per quattro ore nei primi anni Venti della Germania. La psicanalisi, va pure detto, è vista qua come un misto di scienza e di circo, le vengono attribuite delle possibilità irreali, una potenza di convincimento che non ha, tanto che il dott. Mabuse, in alcuni momenti, pare l'allievo del Dott. Strange, quasi un mago, più che uno scienziato.
Tecnicamente, il film ha un'infinità di pregi, certo; ma sia ben chiaro che la telecamera è sempre fissa (tengo un dubbio su un inseguimento): per il resto sono stato ben attento e così è, per quanto ciò sia sbalorditivo, considerando quanto "cinetico" è questo film. Mai perciò la camera segue l'attore; è caso mai costui bravissimo a rendere la concitazione di certi momenti. Cast al top, va detto, dal protagonista, che detto tra noi fece questo film dopo essere stato cornificato proprio dal regista, eh sì, queste cose si dicano, per quanto chissene, contenti loro, comunque Lang ebbe una tresca con la moglie di Klein Rogge, lui lo sapeva bene, ma fu anche vero amore, pare, perchè poi se la sposò. Eccezionale anche Goetzke nel ruolo del procuratore tutto d'un pezzo.
Che altro dire, tanto altro certamente lo sto per certo dimenticando, comunque, filmone, l'hanno detto tanti (che poi, l'avranno visto per le sue 4,5 ore? Ma sì), avevano ragione comunque, un 8 ci sta comodo comodo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta